Jean-François de La Harpe: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 20 novembre
|AnnoNascita = 1739
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 11 febbraio
|AnnoMorte = 1803
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Jean-François de La Harpe fu allora preso in custodia dalle Sorelle della Carità della parrocchia Saint-André-des-Arts. Una borsa di studio gli permise di entrare al Collegio di [[Harcourt]]. Ottenne per due anni consecutivi il premio di retorica. Alcuni versi composti contro alcuni suoi maestri di scuola gli costarono, nel [[1760]], qualche settimana di prigione. Nel [[1764]], La Harpe sposò la figlia di un caffettiere, ma questo matrimonio non fu felice e la coppia ben presto si separò. Fu il precettore di [[Paolo I di Russia|Paolo I]], figlio di [[Caterina II di Russia|Caterina II]], zar di Russia.
 
Dal [[1759]], pubblicò le ''Héroïdes'' il cui anticlericalismo fu sottolineato e denunciato da [[Fréron]], ma anche da [[Voltaire]], che diede la sua protezione all'autore che egli stimava profondamente, permettendogli in più di correggere i suoi versi. La Harpe soggiornò a [[Ferney-Voltaire|Ferney]], dove rubò il manoscritto del secondo canto de ''La Guerre de Genève'' (La Guerra di Ginevra), che egli pubblicò nel [[1767]], anno in cui fu ammesso all'Accademia di [[Rouen]]. Questo incidente, che fece un certo rumore, non bloccò l'ascesa di La Harpe.
 
Questo incidente, che fece un certo rumore, non bloccò l'ascesa di La Harpe. Nel [[1771]], il suo ''Éloge de Fénelon'' (Elogio di Fenelone), premiato dall' [[Académie française]], diede luogo all'intervento dell'arcivescovo di Parigi e del Re e allo ristabilimento del visto dei dottori in teologia. L'Académie risentì fortemente di questo episodio, tanto che l'ingresso di La Harpe in quest'ultima fu più volte rifiutato. [[Voltaire]], lungi da lui sostenere quel furterello (anche se esiste la possibilità che l'avessero architettato insieme), impiegò ogni sforzo per favorire la candidatura di La Harpe, che veniva respinta dal [[Louis François Armand de Vignerot du Plessis de Richelieu|maresciallo-duca di Richelieu]] e l'avvocato generale [[Antoine-Louis Séguier|Séguier]], che addirittura presero in considerazione la possibilità di dare le dimissioni. Ma, dopo che [[Chrétien-Guillaume de Lamoignon de Malesherbes|Malesherbes]] si assicurò che il Re non avrebbe opposto il suo rifiuto a questa elezione, La Harpe riuscì ad essere eletto il 13 maggio [[1776]], a trentasette anni, al posto dello sfortunato [[Lista dei membri dell'Académie française per seggio|Colardeau]] che non ebbe neanche il tempo di occuparlo.
 
Ma, dopo che [[Chrétien-Guillaume de Lamoignon de Malesherbes|Malesherbes]] si assicurò che il Re non avrebbe opposto il suo rifiuto a questa elezione, La Harpe riuscì ad essere eletto il 13 maggio [[1776]], a trentasette anni, al posto dello sfortunato [[Lista dei membri dell'Académie française per seggio|Colardeau]] che non ebbe neanche il tempo di occuparlo. Nel [[1779]], La Harpe prese anonimamente il premio di eloquenza all'Académie per il suo ''Éloge de Voltaire'' (Elogio a Voltaire). All'Académie, egli abbandonò [[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|d'Alembert]], nonostante avesse combattuto per la sua elezione, e si unì al partito di [[Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon|Buffon]], votando per [[Jean Sylvain Bailly|Bailly]] contro [[Jean-Antoine Caritat, marchese di Condorcet|Condorcet]]. Egli si schierò poi con il partito dei [[Niccolò Piccinni|piccinisti]] contro i [[Christoph Willibald Gluck|gluckisti]]. Insegnando letteratura al liceo, ed essendo redattore del ''Mercure de France'', La Harpe gioiva di una situazione molto positiva. Egli intratteneva una regolare corrispondenza con lo zar [[Paolo I di Russia|Paolo I]], che egli invitò più volte alla sua tavola quando visitava la Francia.
 
Egli si schierò poi con il partito dei [[Niccolò Piccinni|piccinisti]] contro i [[Christoph Willibald Gluck|gluckisti]]. Insegnando letteratura al liceo, ed essendo redattore del ''Mercure de France'', La Harpe gioiva di una situazione molto positiva. Egli intratteneva una regolare corrispondenza con lo zar [[Paolo I di Russia|Paolo I]], che egli invitò più volte alla sua tavola quando visitava la Francia. La Harpe appoggiò fortemente la causa della [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]] al suo scoppio. Nel [[1793]] riprese la redazione del ''Mercure'' che aveva abbandonato andandosi ad occupare della parte letteraria quando [[Jacques Mallet Du Pan]] aveva da dirigere la parte politica. A causa del suo zelo per le nuove idee, fu imprigionato per quattro mesi nella prigione del Lussemburgo nel [[1794]].
 
Egli ne uscì convertito (aveva trascorso i suoi mesi in prigione traducendo i salmi) e rivolto a ideali molto più conservatori. Si mise a frequentare ostentatamente le chiese, e nei corsi che teneva al liceo, non smise di attaccare violentemente gli Enciclopedisti. Queste opinioni gli costarono la proscrizione dopo [[Colpo di Stato del 18 fruttidoro|il colpo di stato del 18 fruttidoro]] ([[1797]]). La Harpe ritornò in Francia dopo il [[Colpo di Stato del 18 brumaio|18 brumaio]], fu proscritto di nuovo nel [[1802]] a causa delle sue relazioni con l'ambiente monarchico. Si risposò, ma la moglie chiese il divorzio dopo solo qualche settimana. Morì l'11 febbraio 1803.
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===Opere drammatiche===
La Harpe scrisse numerose rappresentazioni teatrali di cui la maggior parte andarono perdute e dimenticate. Solo ''Warwick'' e ''Philoctète'', imitato da Sofocle, ebbero un certo successo. Caso particolare è quello di ''Mélanie, ou les Vœux forcés'' (Melania, o i voti forzati) che l'autore fece stampare nel [[1770]] ma che fu rappresentata solo il 7 dicembre [[1791]] al [[Comédie-Française|Théâtre-Français]]. Quest'opera resta, secondo Jacques Truchet, « ''la plus curieuse de ses pièces et la plus représentative de l'esprit du temps'' (la più curiosa delle sue rappresentazioni e la più rappresentativa dello spirito del suo tempo)».
 
Caso particolare è quello di ''Mélanie, ou les Vœux forcés'' (Melania, o i voti forzati) che l'autore fece stampare nel [[1770]] ma che fu rappresentata solo il 7 dicembre [[1791]] al [[Comédie-Française|Théâtre-Français]]. Quest'opera resta, secondo Jacques Truchet, « ''la plus curieuse de ses pièces et la plus représentative de l'esprit du temps'' (la più curiosa delle sue rappresentazioni e la più rappresentativa dello spirito del suo tempo)». Il soggetto – i voti sforzati – poteva convenire all'anticlericalismo che La Harpe ostentò quando compose questa rappresentazione, ma non andava bene alla censura di quel tempo, tanto che fu rappresentata solo dopo la Rivoluzione. Nonostante sia presentata sotto forma di una pièce in tre atti e in versi, ''Mélanie'' si avvicina al dramma, che conoscerà la sua fortuna alla fine del [[XVIII secolo]]. Questa similitudine è molto più pungente anche perché La Harpe aveva sempre professato un grande disprezzo per il dramma, che egli aveva attaccato violentemente nella sua commedia ''Molière à la nouvelle salle'', scritto per difendere la Comédie-Française contro i teatri concorrenti. D'altronde, la sua ''Corrispondenza letteraria'', indirizzata al [[granduca]] [[Paolo I di Russia|Paolo di Russia]], è piena di aneddoti teatrali sugli attori e sulle rappresentazioni del suo tempo.
 
Questa similitudine è molto più pungente anche perché La Harpe aveva sempre professato un grande disprezzo per il dramma, che egli aveva attaccato violentemente nella sua commedia ''Molière à la nouvelle salle'', scritto per difendere la Comédie-Française contro i teatri concorrenti.
 
D'altronde, la sua ''Corrispondenza letteraria'', indirizzata al [[granduca]] [[Paolo I di Russia|Paolo di Russia]], è piena di aneddoti teatrali sugli attori e sulle rappresentazioni del suo tempo.
 
* ''Le Comte de Warwick'' [Il Conte di Warwick] (creata al Théâtre français il 7 novembre 1763)