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== Il contesto ==
 
Dall'[[VIII secolo]] una disputa si sviluppò tra partigiani della tradizione<ref>''Ahl al-ḥadīth'', "Gente del ''ḥadīth''" ({{arabo|أهل الحديث}}),</ref> e quelli che davano grande importanza all'opinione ragionata e motivata, gli ''asḥābaṣḥāb al-raʾy'', "Sostenitori dell'opinione" ({{arabo|أصحاب الرّأي}}).
 
Come sottolineava [[Ibn Khaldun]], gli abitanti del [[Hijaz]] e quelli particolarmente di [[Medina]], erano considerati a torto o a ragione i più versati nella conoscenza delle tradizioni ma, con gli [[Abbasidi]], il baricentro del mondo [[musulmano]] si era spostato logicamente a [[Baghdad]], in cui gli studiosi avevano tuttavia meno contatti diretti con le tradizioni attribuite a [[Maometto]], e dove alcuni problemi come quello dell'[[agricoltura]] assumevano svariate forme rispetto alla meno fertile regione e quasi totalmente arida della [[La Mecca|Mecca]].
 
In questo ambiente culturale più ricco e variegato, era inevitabile che il ragionamento personale fosse tenuto in grande conto. Questa linea non trascurava la tradizione, ma si pensava che essa, pure indispensabile, dovesse essere completata ricorrendo ad altri codici. Allo stesso tempo, tra gli [[sciiti]], cominciò a prender piede un movimento di pensiero che tendeva all'[[esoterismo]], chiamato appunto dai suoi avversari ''bāṭiniyya''.<ref>Dal termine [[Lingua araba|arabo]] ''bāṭin'' ("nascosto", "occulto").</ref>[. . .]<!--
 
Tale movimento credeva che al di là di ogni cosa evidente (''ẓāhîr'') v'era un significato nascosto, esoterico (''bāṭin''). Questo orientamento fu assai forte e incisivo sotto il [[califfato]] dell'[[abbaside]] [[al-Ma'mun|al-Maʾmūn]] (813-833). L'[[VIII secolo]] fu contrassegnato da una diffusa atmosfera intellettuale esoterica, che metteva a rischio le fondamenta del pensiero [[islam]]ico, come la natura divina, le basi del [][Corano]] e lo stesso atteggiamento nei confronti dell'istituto califfale. Va anche ricordato che, malgrado un sostanziale obiettivo religioso, tendente a sfrondare la discussione sul [[monoteismo]] islamico da tutta una serie di [[superfetazioni]], i [[Mutazila|mutaziliti]] s'impegnarono con decisione per usare lo strumento del ragionamento in tutti i campi, ivi compresi quelli della [[fede]] religiosa e della Rivelazione islamica.
Ce mouvement tient son nom de la croyance que sous chaque objet évident (zahîr) il y a caché un concept ésotérique ([[batin|bâtin]]). Il fut très puissant sous le règne d'[[Al-Mamun (Abbasside)|Al-Ma'mûn]] (813-833). Le {{s-|VIII|e}} était baigné dans une atmosphère ésotérique mettant en cause les fondements de l'islam comme la nature de Dieu, les fondements du Coran et l'attitude à l'égard du califat. Dans le même temps l'opinion devenait l'égale du Coran et des hadiths et d'un autre côté les [[Motazilisme|mutazilites]] voulaient introduire le raisonnement dans tous les domaines, y compris en matière de foi et de révélation.
 
== La doctrinedottrina ==
Comme tous ces groupes avaient pris l'[[Irak]] comme terrain d'affrontement, il est assez normal que ce soit en Irak qu'est apparue une tendance à la réaction contre tous ces groupes.
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== La doctrine ==
Dawud ibn `Alî étudia à Bagdad auprès d'adeptes de la doctrine [[Chafiisme|chaféite]]. Il passa ainsi du rite [[Hanafisme|hanafite]] auquel était attachée sa famille vers le rite chaféite. Ainsi il se rapprocha des partisans de la tradition (ahl al-hadith) et s'éloigna des hommes de l'opinion (ashab ar-ra'i) dont les hanafites sont les principaux représentants. Ce n'est qu'après avoir consolidé son éducation à [[Nichapur]] (au Khorasan) qu'il revint à Bagdad pour y écrire ses livres ([[852]]).