La banalità del male: differenze tra le versioni
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Il processo ad Adolf Eichmann fu atipico anche perché [[Ben Gurion]] mise a disposizione dell’accusa enormi mezzi finanziari, con cui poté permettersi una gran quantità di collaboratori volti a ricontrollare gli atti del [[processo di Norimberga]]; la difesa non poté quindi controinterrogare i testimoni, in quanto deposero in altra sede. Il solo argomento a disposizione dell’avvocato di Eichmann fu contestare la validità del processo e del rapimento del suo assistito, giacché in Argentina i suoi crimini erano già caduti in prescrizione. Oltre che naturalmente dei testimoni, sui quali non ebbe tutti i torti.
La sola testimonianza che produsse effettivamente qualcosa di utile fu quella di [[Abba Kovner]], ex partigiano ebreo; Egli parlò di [[Anton
Per avere un quadro più dettagliato della personalità di Eichmann è utile osservare i suoi gesti alla fine della guerra; fu catturato dagli Alleati ma non identificato; riuscì a fuggire dal carcere dov'era stato rinchiuso, per poi fuggire in Argentina sotto il falso nome di Ricardo Klement. Qui visse facendo lavori umilianti, finché la moglie – che risultava divorziata grazie alla corruzione di qualche funzionario compiacente – non lo raggiunse coi figli. Divenne capomeccanico alla Mercedes di Buenos Aires e si costruì una casa in una zona senza luce né acqua corrente. Disseminò numerosissimi indizi, come risposarsi e pubblicare un necrologio col cognome Eichmann. Egli era così affranto dalla sua piccolezza che non perdeva occasione per rivivere i fasti del [[Germania nazista|Reich]], così accettò di buon grado di farsi intervistare dall’ex-SS [[Willem Sassen]]. Quando si rese conto di essere pedinato dai servizi segreti israeliani, si lasciò catturare senza resistenza, esaltandosi perché con la sua condanna a morte avrebbe espiato i peccati della Germania nazista.
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