Samuele Stochino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix
replaced: a A → ad A, mila →  000 using AWB
Riga 19:
== Biografia ==
=== Infanzia e gioventù ===
Nato aad Arzana, nel rione Preda Maiore, figlio di Felice Stochino e Antioca Leporeddu, quartogenito di 7 figli. Il padre era pastore, in particolar modo capraro, dell'infanzia di Samuele non si sa così tanto, è certo che venne avviato presto alle attività agropastorali, ma che per via del fatto che sapesse leggere e scrivere, si suppone che avesse frequentato almeno i primi anni delle scuole elementari. Un bambino calmo e molto intelligente, dedito al lavoro con spiccato senso dell'ironia, svolse le attività di capraro con il padre sino alla chiamata alle armi, come fante per l'avviamento alla [[prima guerra mondiale]].
Il soldato Stochino, numero di matricola 2567, partì il 7 giugno [[1915]] per la [[Tripolitania]] e la [[Cirenaica]]; imbarcatosi a [[Palermo]], il 24 marzo del [[1916]] si rifiutò di eseguire degli ordini e venne messo nella prigione del corpo; venne giudicato il 30 giugno dello stesso anno e condannato alla pena di reclusione militare di anni uno, per mancata obbedienza dal Tribunale Militare di Guerra di [[Tripoli]]. Dopo 8 mesi di carcere venne scarcerato il 27 marzo [[1917]] per buona condotta.
 
Riga 27:
 
=== Latitanza e omicidi ===
I primi tempi di latitanza furono tranquilli, divennero difficili con il [[fascismo]]. [[Benito Mussolini]] vide in lui e nei tanti banditi della [[Sardegna]] dei nemici inaccettabili.
 
Per lui la situazione diventava sempre più complicata ma di più per la famiglia poiché il Regime e le famiglie avverse si scagliarono contro di loro, lo stesso anno venne bruciata la casa dei nonni e venne arrestata la sorella Maria per favoreggiamento anche se lei era estranea ai fatti di Samuele, inoltre in campagna venne spesso tormentato il lavoro del padre.
 
Da quel momento la sua ira lo portò a commettere diversi omicidi, circa dodici, di donne, uomini e addirittura di una bambina di dodici anni, figlia di Antonio Nieddu suo nemico di Arzana; gli omicidi erano efferati e rivolti in tono di sfida alle forze dell'ordine, e con queste ultime furono frequenti gli scontri a fuoco. Nella latitanza strinse una profonda amicizia con il bandito [[Onorato Succu]] di [[Orgosolo]] e provò molta tristezza quando quest'ultimo venne ucciso nello scontro a fuoco di "Sas Fossas" nel [[1927]] in territorio di [[Mamoiada]], ebbe diverse trattative con il politico suo compaesano [[Anselmo Contu]] e venne indagato anche in altri fatti di sangue della zona ogliastrina dove egli però non c'entrava nulla, come nel caso della "Strage di San Sebastiano" accaduta a [[Jerzu]] nel [[1925]]. Molto malato di [[broncopolmonite]] era solito rifugiarsi nei territori di [[Gairo]] e [[Ulassai]]; l'ultima notte la passò nei territori di quest'ultimo, nell'ovile di capre di "su Eremule" e il giorno seguente il 20 febbraio del [[1928]] le fonti ufficiali riportano la sua morte causata da uno scontro a fuoco con i [[carabinieri]] in località "S'Orgiola e sa Perda" nel [[Tacco (geologia)]], sempre in territorio di Ulassai. Cosa scabrosa è che i carabinieri trascinarono il suo corpo con i cavalli per tutto il paese mentre la popolazione tirava cibi guasti e sputava sul suo corpo. In realtà le milizie spararono su Samuele Stochino già morto gettando su di esso del sangue animale forse nell'intento di acquisire la taglia più alta mai applicata ad un latitante (200 mila&nbsp;000 Lire) ma fu il medico legale a smascherare la verità, quando gli fu fatta l'autopsia nel cimitero di Ulassai, il bandito fu colpito a morte diverse ore prima della sparatoria con i carabinieri. In realtà Samuele Stochino venne ucciso nell'ovile di "Su Eremule", a tradimento, a coltellate, da due Ulassesi, mentre beveva un bicchiere d'acqua. Tale luogo è rimasto così come allora, accanto al suddetto ovile c'è ancora la grotta dove il bandito si rifugiava sino alla sua uccisione. Tutti gli ulassesi che fecero parte del complotto vennero tragicamente uccisi negli anni a seguire. Antonio Pilia noto "Caffeu" nato a Ulassai agli inizi del Novecento, datosi alla macchia dopo l'uccisione di Samuele Stochino nel 1928, alcuni presumono fosse anche suo complice, venne trovato morto, trucidato in località Gertassu agro di Ulassai nel 1952. La taglia venne incassata da un noto personaggio di Osini.<ref> Tra il 1925 e il 1928 sono suoi compagni di macchia Skaddafera e Juanniccu Mereu di Lanusei, che dopo la sua morte verranno mandati al confino.</ref>
 
==Note==