Imitazione di Cristo: differenze tra le versioni

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Tolto concetto ridondante. L'idea di Bianchi è già espressa nell'apposito paragrafo con fonte
tolta frase tendente al pov
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Il terzo libro è scritto con uno stile più drammatico, probabilmente aggiunto in un momento successivo. Il quarto libro, incentrato completamente sull'importanza dell'eucaristia, fa altresì pensare a una stesura più tarda - probabilmente risalente al [[XIV secolo]] - quando le dispute su quel sacramento erano particolarmente accese.
 
Una quinta teoria, finora la più attuale, propende per l'attribuzione all'ambiente dei Padri Certosini. A questo proposito [[Enzo Bianchi]] scrive: "''L'opera può essere collocata e a noi pare certamente proveniente da ambiente monastico con possibilità di essere più quello certosino, attento alle ragioni del cuore, nutrito di cristocentrismo individuale, diffidente verso le forme di vita comunitaria, che quello benedettino che, per quanto ambiente solitario, esprime pure esigenze comunitarie che nel libro mai si fanno sentire''".<ref>Introduzione a ''L'Imitazione di Cristo'', Paoline, Milano 2008, p. 15</ref>
 
Per riuscire a districarsi tra le vere motivazioni per cui questo lavoro non è finora stato attribuito con certezza, va tenuto presente che la querelle sull'attribuzione di questa importante opera letteraria è stata alimentata, non solo ma anche, da motivi poco elevati come i nazionalismi vari e il prestigio di qualche ordine religioso. Il dibattito tra gli studiosi, ha proposto finora, come alternative più credibili quelle di Gerson, francese e "cancelliere" della Sorbona (1363-1429), Tommaso da Kempis (1380 - 1471) e Giovanni Gersen (1243 - ?), benedettino vercellese. Quest'ultimo, nel "Dizionario storico degli autori ecclesiastici" (1768-1771, 4 voll) rileva come Gersen fosse una persona molto colta e come conoscesse [[San Francesco d'Assisi]] e [[Sant'Antonio da Padova]].<ref name="pref"/>