Tarso (Turchia): differenze tra le versioni

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==Geografia==
Tarso è il distretto più grande della città di Mersin, situata nella Regione Mediterranea della Turchia che unisce l’Asia all’Europa. Storicamente ha avuto un ruolo molto importante per la sua posizione geografica; coincidono, infatti, il passaggio di Sertavul (che unisce la zona strategica della Cilicia nella parte del Medio-Tauro), con la Via della Seta. Da una parte, il lago Regma, a sud, e il fiume Cidno, che nel passato scorreva al centro della città, le hanno consentito di essere una città di porto, aperta al commercio marino fin dai primi secoli, fino all’epoca tardo-antica. È sede di attività commerciali e industriali collegate all'agricoltura e di attività petrolchimiche. La città è a una decina di chilometri dalla costa meridionale dell'Asia Minore e a una quarantina da Adana, quarta tra le città più importanti della Turchia moderna.

== Clima ==
Il clima è quello tipico mediterraneo, caldo d’estate e freddo e piovoso d’inverno. Temperatura media annuale: 18,5 °C. Temperatura media d’estate: 25° C - 33 °C.
 
== Origini di Tarso nel mito ==
[[File:Krater_Niobid_Painter_A_Louvre_G341.jpg|left|270px|thumb|Eracle al raduno con gli altri Argonauti ([[Louvre]]).]]
L'elemento greco si compiacerà di intrecciare una sua propria leggenda con le origini di Tarso, collegandole con i mitici eroi dei poemi omerici. Alcune monete del tempo di [[Caracalla]] confermano la leggenda riferita da [[Strabone]]<ref> Libro XIV (Geografia. Il Caucaso, Asia Centrale e Anatolia), 673 e Libro XIV 5,12</ref> che narra di come Tarso fosse stata fondata da [[Argivi]] compagni di [[Trittolemo]] partiti alla ricerca di [[Io]] e di [[Eracle]], l'infaticabile protagonista di avventure. La fondazione della città viene attribuita all'eroe dell'[[Argolide]], [[Perseo]], <ref> Lucano (Pharsalia, m, 225) la ricollega col mito di Perseo</ref> figlio di [[Zeus]], che con le sue gesta libera i mortali dalla paura della [[Medusa]]. Questi nomi della mitologia richiamano i legami della città asiatica con la cultura greca.
L'elemento greco si compiacerà di intrecciare una sua propria leggenda con le origini di Tarso, collegandole con i mitici eroi dei poemi omerici.
Alcune monete del tempo di [[Caracalla]] confermano la leggenda riferita da [[Strabone]]<ref> Libro XIV (Geografia. Il Caucaso, Asia Centrale e Anatolia), 673 e Libro XIV 5,12</ref> che narra di come Tarso fosse stata fondata da [[Argivi]] compagni di [[Trittolemo]] partiti alla ricerca di [[Io]] e di [[Eracle]], l'infaticabile protagonista di avventure. La fondazione della città viene attribuita all'eroe dell'[[Argolide]], [[Perseo]], <ref> Lucano (Pharsalia, m, 225) la ricollega col mito di Perseo</ref> figlio di [[Zeus]], che con le sue gesta libera i mortali dalla paura della [[Medusa]]. Questi nomi della mitologia richiamano i legami della città asiatica con la cultura greca.
 
== Preistoria e antichità ==
Al periodo neolitico appartengono gli scarsi avanzi di un muro e ceramiche rinvenuti durante gli scavi<ref>Hetty Goldman, Excavations at Gözlü Kule, Tarsus. Volume II: From the Neolithic through the Bronze Age, Princeton University Press, 1956 </ref> di una spedizione americana diretta da [[Hetty Goldman]], nel 1935, sulla collina di [[Gözlükule]].<ref>Collina di Gözlükule vedi [http://www.tarsus.boun.edu.tr/ sito archeologico]</ref>
 
Goldman esplorò la collina, alla periferia della città moderna, scoprendo un antichissimo centro abitato. Gli strati individuati vanno dall'età islamica al Neolitico, ma fu scavata solo una piccola area; infiltrazioni d'acqua resero impossibili ricerche più approfondite.<ref>Hetty Goldman, Excavations, ibid.</ref>
 
==Storia==
[[File: Taylor_Prism-3.jpg|270px|thumb|Cilindro esagonale di argilla, trovato nel palazzo di [[Sennacherib]] a [[Koyundgik]]. ([[British Museum]])]]
Le origini di Tarso sono molto antiche, gli storici datano la fondazione della città ai tempi della decadenza dell'impero Ittita; il suo nome appare scritto per la prima volta nell'[[Obelisco]] nero di [[Salmanassar III]] verso la metà del sec. IX a.C.
Le origini di Tarso sono tanto antiche quanto oscure. Il suo nome si trova per la prima volta nell'[[Obelisco nero]] del re [[Salmanassar III]] (858-824 a.C.), che ricorda le città conquistate dal re assiro, e sul [[Prisma di Sennacherib]] (704-681 a.C.) che soffocò una rivolta in [[Cilicia]] già trasformata in provincia assira da [[Sargon di Akkad]].
Nella preistoria Tarso ha visto insediamenti [[neolitici]], [[calcheolotici]] e dell'[[età del bronzo]]. È poi stata governata da [[Ittiti]], [[Assiria|Assiri]], [[Persiani]], [[Macedoni]], [[Civiltà romana|Romani]], [[Armeni]], [[Bizantini]], [[Turchi Selgiuchidi]] e [[Turchi Ottomani]].
 
Le varie dominazioni, che si succedettero su questo centro commerciale dell'Asia Minore, vi lasciarono tutte qualche impronta. Una leggenda greca trae le origini di Tarso dalla mitolgia, collegandole con i mitici eroi dei poemi omerici. Alcune monete del tempo dell'imperatore [[Caracalla]] 211 d.C. confermano la leggenda trasmessaci da [[Strabone]] (XIV,5,12), che parla degli antichi [[Argivi]] compagni di [[Trittolemo]] quali fondatori della città. [[Marco Anneo Lucano|Lucano]] (''Pharsalia'', III, 225) la ricollega col mito di [[Perseo (mitologia)|Perseo]].
Gli studiosi datano la fondazione della città ai tempi della decadenza dell'impero Hittita. Già nel XVI secolo a.C. Tarso era stata centro importante - e forse capitale<ref>Si incontra il nome “Tarsus” per la prima volta nei testi degli Ittiti, verso la metà del 2000 a.C., dove era scritto come Tar-şa. Tar-şa era la capitale del Regno di Kizzuwatna, situata nella pianura cukurova fondata dagli Hurriti nella Mesopotamia del nord. Su un timbro, rinvenuto negli scavi di Gözlükule, è stata trovata la scritta “Ispuhatsu, figlio del magnifico re Pariyavatri”. Essendo Ispuhatsu il re di Kizzuwatna (fine del XVI secolo a.C.) giustificava il fatto che Tarso fosse la capitale. Cfr. Hetty Goldman, Excavations at Gözlükule, Tarsus. ''Ibid''.</ref> - del regno di [[Kizzuwatna]], vassallo dell'Impero Hittita. Fino al secolo V a.C. non si ha più alcuna notizia di Tarso, che però deve aver vissuto e raggiunto una certa floridezza sotto il dominio persiano, se nel secolo V a.C. batte moneta col proprio nome, in caratteri aramaici. ‘Da allora la sua storia, con lacune più o meno ampie, si può seguire fino ai tempi moderni’.<ref>Abate Giuseppe Ricciotti, Paolo apostolo. Biografia con introduzione critica e illustrazioni, Tipografia Poliglotta Vaticana 1946. pag.15</ref>
[[Senofonte]] che attraversò la città al seguito di [[Ciro il Giovane]] la chiama “città grande e felice” (''Anabasi'' I, 2, 23); ma le truppe del principe persiano la saccheggiarono, perché in essa era la reggia del sovrano di [[Cilicia]], [[Siennesi]], fedele al re dei re della Persia<ref>Abate Giuseppe Ricciotti, Paolo apostolo. Biografia con introduzione critica e illustrazioni, Tipografia Poliglotta Vaticana 1946. pag.15</ref>.
 
Il suo antico nome ''Tarsos'' probabilmente deriva dal dio [[Tarku]]. La sua importanza nel passato derivava dalla sua posizione tra le rotte commerciali fra regioni dell'[[Anatolia]], regioni del [[Ponto Eusino]] e [[Siria]]. Nel [[IX secolo a.C.]] viene conquistata dagli Assiri; dagli anni intorno al [[400 a.C.]] è la sede di un [[satrapo]] dell'[[Impero persiano]]; dal [[III secolo a.C.]] fa parte dell'[[Impero Seleucide]] con il nome di ''Antiochia al Cidno''. A Tarso vive il filosofo stoico [[Antipatro di Tarso|Antipatro]].
La prima notizia letteraria ci viene dall'[[Anabasi]] di [[Senofonte]] (1, 2, 23).
Senofonte, quando descrive la marcia di [[Ciro il Giovane]] parla di Tarso come di «una grande e prosperosa città della Cilicia». La città diventa, sia pure per breve tempo, sede amministrativa dei [[satrapi]] dell'impero persiano, ma le truppe del principe persiano Ciro il Giovane la saccheggiarono, perché in essa era la reggia del sovrano di Cilicia, Siennesi, fedele al re dei re della Persia. Fu poi conquistata nel 333 da [[Alessandro Magno]], poco prima della sua vittoria a [[Isso]] contro il re [[Dario III di Persia]]. Anzi, proprio a Tarso il grande Alessandro fu colpito improvvisamente da un malore allarmante, attribuito da alcuni alle fatiche della guerra, e da altri a un bagno nelle acque gelide del [[Cidno]], il fiume che un tempo serpeggiava lievemente nella città (poi, il progressivo insabbiamento finì col togliere a Tarso il suo porto).
[[File:Pietro Testa - Alexander the Great Rescued from the River Cydnus - Metropolitan New York.jpg|300px|thumb|left|''Alessandro Magno nel fiume Cidno salvato dai suoi soldati'', [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]]]]
In seguito la città di Tarso vive e prospera sotto i [[Seleucidi]], successori di Alessandro. Ne sono un segno le monete coniate a Tarso nei secoli IV e III, quando la città si chiama « [[Antiochia sul Cidno]] » per distinguerla da altre città omonime. Questo è il nome che compare sulle monete emesse nella capitale della Cilicia sotto il regno di [[Antioco IV]], soprannominato Epifane.
 
Il nome di Tarso ricompare sulle monete del periodo successivo, quello che precede l'arrivo dei romani nelle regioni del vicino oriente.
L'interesse diretto di Roma per Tarso e la [[Cilicia]] (''Kilakku'') ha inizio verso la fine del sec. II a.C., quando la morte del re [[Attalo III]] di [[Pergamo]] (133 a.C.) rese Roma padrona di gran parte dell'Asia Minore.
 
L'interesse diretto di Roma per Tarso e la [[Cilicia]] (''Kilakku'') ha inizio verso la fine del sec. II a.C., quando la morte del re [[Attalo III]] di [[Pergamo]] (133 a.C.) rese Roma padrona di gran parte dell'Asia Minore. Il continuo fastidio che i pirati davano alla crescente potenza marittima di Roma provocò ripetuti interventi di questa, particolarmente nella Cilicia Montana, ove si annidavano i predoni del mare. I migliori generali romani, quali [[Quinto Cecilio Metello|Metello]], [[Silla]], [[Publio Servilio Vatia Isaurico|Servilio Vatia]], cui fu decretato l'appellativo di ''Isaurico'', fino al fortunato [[Pompeo]] che portò a termine la tenace lotta, si affaticarono a snidare i pirati dai loro impervi rifugi.
 
L'interesse diretto di Roma per Tarso e la [[Cilicia]] (''Kilakku'') ha inizio verso la fine del sec. II a.C., quando la morte del re [[Attalo III]] di [[Pergamo]] (133 a.C.) rese Roma padrona di gran parte dell'Asia Minore. Il continuo fastidio che i pirati davano alla crescente potenza marittima di Roma provocò ripetuti interventi di questa, particolarmente nella Cilicia Montana, ove si annidavano i predoni del mare. I migliori generali romani, quali [[Quinto Cecilio Metello|Metello]], [[Silla]], [[Publio Servilio Vatia Isaurico|Servilio Vatia]], cui fu decretato l'appellativo di ''Isaurico'', fino al fortunato [[Pompeo]] che portò a termine la tenace lotta, si affaticarono a snidare i pirati dai loro impervi rifugi.
Conquistata dai Romani di [[Pompeo]] (67 a.C.), Tarso diviene capitale della [[Cilicia]].
Nella contesa fra Pompeo e [[Giulio Cesare]] parteggia per quest'ultimo e assume il nome di ''GiuliopoliJuliopolis'';, vienee quindirimane punitadalla daparte degli imperiali pur quando i republicani [[CassioBruto]], ma premiata dae [[Marco AntonioCassio]] {{citazionetrionfano necessaria|chein neSiria, fama unaviene cittàpoi liberapunita eda concede ai suoi abitanti la [[cittadinanza romana]]}}Cassio.
 
Lo storico [[Appiano]] parla di una somma di millecinquecento talenti che costringe i cittadini di Tarso ad alienare non solo i beni pubblici, ma a vendere persino i giovani come schiavi. Dopo la vittoria di [[Marco Antonio]] e [[Ottaviano]] a Filippi nel 41 a.C. su Cassio e Bruto, uccisori di Cesare, la città è esentata dal pagare il tributo di guerra<ref>Cfr. Appiano in ''[[Storia romana (Appiano)|Storia Romana]]'' (Ρωμαικά)</ref>. Anzi Antonio vi invia [[Boeto]], un poeta e abile parlatore, con lo scopo di ristabilire l'amministrazione e le finanze della città. Ma la corruzione e il malgoverno continuano fino all'arrivo di Atenodoro, un filosofo stoico, maestro di Ottaviano Augusto, inviato dall'imperatore stesso nel 27 a.C. per garantire stabilità e sicurezza in questa città crocevia delle comunicazioni con l'Oriente.
 
Nel periodo da [[Pompeo]] ad [[Augusto]], secondo [[Dione Crisostomo]], la ''civitas'' romana era stata conferita a un certo numero di persone sulla base del [[status sociale|censo]] e del pagamento di cinquecento [[dracme]]. Di questo beneficio imperiale potrebbe averne usufruito la famiglia dell'apostolo [[Paolo di Tarso|Paolo]] (Saulo), originario di Tarso, ebreo della diaspora<ref>Martin Hengel, Il Paolo precristiano, trad. it Brescia 1992, pp. 45-49</ref>
 
In Tarso ha inizio la relazione tra Marco Antonio e [[Cleopatra]]. Viene protetta da [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]], in quanto ivi era nato il suo maestro, lo storico [[Atenodoro]]; questi ottiene che i suoi concittadini abbiano l'esenzione delle tasse. Tarso continua a fiorire nell'età imperiale e, al cambiare dell'imperatore, assume via via i nomi di Adriana, Antoniniana, Commodiana, Alessandrina e Severiana.

A Tarso nasce [[Paolo di Tarso]], principale missionario del [[Vangelo]] di [[Gesù]] presso i greci e i romani nel [[I secolo]], e muore l'imperatore [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]]. [[Cicerone]] fu governatore della città dal 51 al 50 a.C. Tarso fu famosa anche come centro culturale. Il geografo greco [[Strabone]] (58 - 21,25 a.C.) in ''Geografia, 14, V, 13.'' sostiene che come centro culturale Tarso superava perfino [[Atene]] ed [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]].
 
Verso la metà dell'[[VIII secolo]] viene conquistata dagli [[Arabi]] e viene dotata di notevoli fortificazioni dal [[califfo]] [[Abbasidi|abbaside]] [[Harun al-Rashid]], che la fa diventare la principale base navale abbaside nel [[Mar Mediterraneo]]. Il suo figlio e successore, [[al-Ma'mun]], viene sepolto a Tarso nell'[[833]]. Riconquistata con fatica da [[Niceforo II Foca]], viene riconquistata dagli Arabi; successivamente viene occupata dai Crociati comandati da [[Tancredi d'Altavilla]] e diventa possedimento di [[Baldovino I di Gerusalemme|Baldovino conte di Edessa]]. Dal 1080 al 1186 è la capitale del Regno Armeno di Cilicia. Successivamente cercano di tenerla i turchi [[Selgiuchidi]] e viene conquistata dall'[[Ottomani|ottomano]] [[Maometto II]] nel [[1458]]. Queste guerre lasciano ben pochi reperti dell'antica città; inoltre il suo porto viene interrato e il fiume cambia corso spostandosi a levante, diminuendo la sua importanza.
 
Altri personaggi notevoli che, secondo la tradizione islamica, sarebbero vissuti a Tarso sono il primo muezzin [[islam]]ico, [[Bilal]], e il leggendario eroe [[jahiliyya|preislamico]] [[Luqman]] Ḥakīm ("medico", in quanto accreditato di grande sapienza nell'''ars medica'').
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
 
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== Cucina ==
[[File:Yeni3.jpg|thumb|Il Şalgam suyu]]
La cucina turca è molto ricca di pietanze e si distingue per la varietà e la fantasia con le quali vengono preparati i piatti, spesso a base di ingredienti come frutta, verdura, carne e pesce, accompagnati da spezie.
La specialità di Tarso è il ''[[tantuni]] kebap'' carne di manzo tritata con cipolle, aglio e peperoni, avvolta in [[lavaş ekmek]] (simile al pane pita); non è molto diverso da una [[fajita]] messicana mediamente piccante. Il ''tantuni'' viene spesso servito con il [[şalgam]] suyu]], un sugo color cremisi a base di rape e aceto. Come dolce c'è il [[cezerye]], un paticcino semi-gelatinoso a base di carote e una gran quantità di noci.
 
=== Carne e pesce ===
Tarso, grazie alla sua posizione geografica, ha una ricca tradizione gastronomica che unisce la cucina mediterranea, quella turca e quella del medio oriente. Per questo la carne, i cereali, e i cibi con latte e yogurt si trovano insieme. Il kebap è essenziale per la cucina basata sulla carne.
La specialità di Tarso è ilIl ''[[tantuni]] kebap'' carne di manzo tritata con cipolle, aglio e peperoni, avvolta in [[lavaş ekmek]] (simile al pane pita); non è molto diverso da una ''[[fajita]]'' messicana mediamente piccante. Il ''tantuni'' viene spesso servito con il [[şalgam]] suyu]], un sugo color cremisi a base di rape e aceto. Come dolce c'è il [[cezerye]], un paticcino semi-gelatinoso a base di carote e una gran quantità di noci.
Invece l’humus, al contrario delle cucine orientali, viene servito caldo e con abbondante burro. ''Findik lahmacun'', ''içli köfte'', ''dutmaç'', ''paç''a, ''vertabit e mahluta'', sono i piatti preferiti della cucina di Tarso. ''Çandir Eyasi'', ''kaburga dolmasi'', ''mumbar'' e ''sirdan'' sono le specialità locali.
Inoltre i frutti di mare e il pesce sono presentati con le insalate speciali locali.
 
=== Pasticceria ===
La pasticceria offre dolci come il ''baklava'' di Tarso, ''mamul'', ''kerebiç'', il dolce di zucca, ''tas kadayif'', ''karakus'' e il [[cezerye]], un paticcino semi-gelatinoso a base di carote e una gran quantità di noci.
 
=== Bevande ===
Tra le bevande più diffuse il caffè turco, il [[raki]], una specie di [[anisetta]] intorno ai 60° e l’[[ayran]], succo di yogurt, senza dimenticare la grandissima ed eccellente varietà di vini. Oltre a questi è possibile degustare le spremute di ''boyan'' e ''karsambac'' e [[şalgam]], offerte dai venditori vestiti tradizionalmente. Il şalgam suyu è un sugo color cremisi a base di rape e aceto.
 
==Note di viaggio==