Nicolò Guarco: differenze tra le versioni

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Tra i suoi primi atti del mandato cercò subito una riappacificazione degli animi interni della politica genovese e del popolo stesso, bandendo da Genova gli esponenti della famiglia [[Fregoso]], in vista di una sempre più probabile guerra politica e commerciale con la [[Repubblica di Venezia]]. Preferì inoltre, tra le primissime decisioni, di affidare sbrigativamente la gestione della [[Corsica]] - importantissima colonia della repubblica, ma allo stesso tempo "spina nel fianco" per i suoi sempre vivi movimenti indipendentistici - a diversi imprenditori genovesi (la cosiddetta "maona") adottando, tra l'altro, una scelta già condivisa dal suo predecessore Domenico Fregoso.
 
Ancora tentò un recupero dei rapporti fra le principali e nobili famiglie genovesi fuoriuscite da Genova per aperti contrasti con i dogati dei predecessori. Tra questi diversi esponenti degli [[Spinola]], dei [[Fieschi]], dei [[Doria]] e dei [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] che - con la convezione del 22 settembre [[1378]] - furono riammessi nei pubblici uffici del Comune e autorizzati nel poter ricoprire, a turno, due dei sei seggi spettanti al Consiglio dei dodici anziani; quest'ultima formula rimarrà invariata fino alla celebre riforma istituzionale attuata da [[Andrea Doria]] nel [[1528]]. Analoga iniziativa di "pace nobiliare" venne attuata con i marchesi [[Del Carretto]] che nel [[1379]] restituiranno a Genova i territori occupati di [[Noli]] ed [[Albenga]], nel savonese.
 
Nel 1379 dovette affrontare le angherie e assalti della Compagnia della Stella che, al comando di Astorre Manfredi, mise a soqquadro diversi centri della [[val Polcevera]]. Inizialmente si cercò una "mediazione" con la donazione di 10.000 fiorini (che fu accettata) finché la compagnia, su istigazione dei Veneziani, non fece il suo ritorno stanziandosi nel levante di Genova (presso l'odierno quartiere di [[Albaro]]) pronta a nuovi assalti. Ora forte delle milizie degli Spinola e dei Fieschi, il doge incaricò un esercito guidato dal fratello Isnarco Guarco di sbaragliare l'accampamento dei mercenari, atto che fu vittoriosamente compiuto il 24 settembre 1379.
 
Durante il suo dogato si concluse la [[guerra di Chioggia]] con la ''Serenissima'' di Venezia - con la [[pace di Torino (1381)|pace di Torino]] del [[1381]] - tregua che rimarrà nel futuro sempre in bilico e che, tra altre scelte dello stesso doge Guarco (nuove imposte e gabelle comprese), porteranno dal marzo [[1383]] ai primi tumulti del popolo. Inizialmente stroncati e soffocati, a nulla poté il doge Nicolò Guarco difendersi dalle sempre più accrescenti accuse di cospirare con la nobiltà ai danni del popolo genovese e sempre nulle furono i successivi provvedimenti quali l'eliminazione delle tasse o il troncare ogni rapporto con i nobili di palazzo e del Consiglio che, per assurdo, provocarono ora l'isolamento politico e comunque il non ravvicinamento della città. Ritornati a Genova i Fregoso e gli [[Adorno (famiglia)|Adorno]] - richiamati a gran furore dal popolo stesso - si attuò una nuova sommossa a palazzo che costrinse poi il 7 aprile 1383 all'abdicazione.
 
=== Gli ultimi anni ===