Mino Steiner: differenze tra le versioni

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Qui il condizionale è d’obbligo anche se è assodato che l’oggetto di tanto adrenalinico fervore raggiunse effettivamente poco dopo il covo del P.d’A. clandestino sito a Genova in Via S. Giorgio 2 nell’Ufficio Commerciale di tale Chiappori e retto, politicamente, dall’Avv. Eros Lanfranco e, militarmente, dal TV Antonio Zolesio nominato di fresco Segretario Regionale di “Giustizia & Libertà” da [[Ferruccio Parri]] in persona<ref>''Ibidem.''</ref>.
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Piero Caleffi, l’Avv. Eros Lanfranco e l’operatore radio Giuseppe Cirillo (in sostituzione dell’assente De Ferrari) sono dunque tra i primi reclutati della Missione LAW con base a Genova, mentre a Milano Steiner riprende i contatti con il P.d’A. e si impegna nella diffusione della stampa clandestina coadiuvato nella fattispecie da Mario Paggi, [[Antonio Leopoldo Basso|Antonio Basso]], Carlo Galimberti, Gaetano Baldacci e altri. Il giornale di cultura “Lo Stato Moderno” sarà il suo capolavoro ma egli non potrà vedere neppure l’uscita del 1° numero.
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A Milano, dopo lo sciopero generale del 1° marzo 1944, la repressione nazi-fascista porta a S. Vittore un gran numero di cospiratori tra i quali il Segretario Regionale del P.d’A. clandestino Mario Damiani che non resiste alle sevizie della polizia politica e fa i nomi di numerosi aderenti. Conseguentemente anche Mino Steiner viene arrestato il 16 Marzo 1944, posto in regime di isolamento (matr. 1693) e sottoposto ad un numero imprecisato di spietati interrogatori che non danno l’esito atteso dai suoi aguzzini. È assodato che a Pasqua di quell’anno (9 Aprile) egli era ancora recluso nel VI° raggio (Cella 13)<ref>Il 14 Aprile cessa il regime di isolamento e Steiner viene trasferito al 1° raggio Cella n° 59.</ref> e che ricevette la visita del Card. Schuster (o di un suo emissario). Il 27 Aprile viene tradotto nel Campo di Concentramento e Transito di Fossoli<ref>Il 27 Aprile un convoglio con 225 politici (207 uomini e 18 donne) e 50 ebrei non meglio identificati lascia il binario 21 della Stazione Centrale di Milano alla volta di Fossoli presso Carpi, in provincia di Modena. Di questi solo 59 sopravviveranno. (''Carte Archivio M. Steiner'').</ref>, costruito dagli Italiani, dove viene immatricolato col n° 198. Compagno di castello è Aldo Valcarenghi membro del “triumvirato” che si assume la responsabilità dell’organizzazione della baracca n° 18 che contiene in tutto 18 prigionieri politici.
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Qui si apre un nuovo capitolo della cocente storia di Mino Stener giacché egli riesce a intrattenere con la moglie Egle un quasi regolare e dettagliato epistolario (com’era, per alcuni aspetti, già avvenuto nei 40 gg. di detenzione a S. Vittore) che ci rivela molti particolari e dettagli inediti della vita dei reclusi nel campo<ref>Questa specie di Diario, vera e propria testimonianza autografa vergata giorno dopo giorno, è per fortuna giunta integra sino a noi grazie alla cura e all’attenzione della Fam. Steiner.</ref>.
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Il 21 Giugno 1944 Steiner viene imbarcato su un convoglio ferroviario diretto a [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]] dove giunge 3 gg. più tardi<ref>Trattasi del Trasporto n° 53. Sulla base della sequenza dei numeri di matricola attribuiti alla data di arrivo del convoglio (compresi tra 760101 e il 76675), il totale dei deportati risulta di 475. Tutti identificati.</ref>. Quivi egli vi viene immatricolato col n° 76594. In Agosto viene trasferito a [[Großraming|Grossraming]] nel distretto di Steyr: campo attrezzato per la costruzione di una diga sul fiume Enns per alimentare una centrale idroelettrica, progetto peraltro ben presto abbandonato<ref>Testimonianza di [[Raimondo Ricci]], compagno di prigionia di Steiner, futuro Senatore della Repubblica e Presidente dell’ILSRECdell’[[ILSREC]].</ref>. Steiner viene ricondotto a Mauthausen il 29 Agosto da dove, il 24 Settembre viene nuovamente spostato con destinazione [[Ebensee (sottocampo di Mauthausen)|Ebensee]] nel cui campo il 28 Febbraio 1945 egli muore sopraffatto dagli stenti e dalle sevizie<ref>Secondo una testimonianza verbale, mai accreditata e tutta da verificare, riferita dalla Famiglia Wronowski, un amico magistrato, compagno di prigionia di Steiner, addetto alla stesura dell’elenco dei prigionieri e sopravvissuto a quell’esperienza, Mino stremato cadde un giorno sotto il peso d’una pietra (si presume) ed una SS lo colpì fracassandogli gli occhiali. Reso quasi cieco da quella privazione, egli si lasciò andare sino a quando, ridotto ormai allo stremo venne cacciato in stato di ebetismo ma apparentemente ancora vivo dentro un forno crematorio.</ref>.
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Secondo gli inappuntabili Registri germanici di Ebensee erano esattamente le 06.55.