Mino Steiner: differenze tra le versioni

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Non poteva mancare all’appello della creatività e del successo la componente femminile costituita dalle sorelle Kitta e Lilli le quali, a partire dall’immediato dopoguerra, stupirono e deliziarono Milano con l’apertura d’un atelier, il LIKIS, nel quale nacque e si sviluppò in anteprima lo stile e la moda del prê-à-porter di casa nostra. Il LIKIS restò attivo sino agli anni ’70.
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Dal canto suo Guglielmo “Mino” Steiner, di cui prevalentemente è nostro compito occuparci, per non esser da meno, nel 1936 si laurea in Giurisprudenza e inizia la professione addirittura nello Studio di [[Lelio Basso]], esponente del Socialismo milanese (insieme a [[Rodolfo Morandi]], Lucio Luzzatto ed [[Eugenio Colorni]]) e futuro padre costituente, da non molto rientrato dal confino di Ponza ov’era stato internato per attività antifasciste. La strada di Mino Steiner è irrimediabilmente tracciata: nel 1939 segue la sorte del suo mentore, colpito da nuovo arresto e internato nel campo di concentramento di Colle Fiorito (Perugia), e viene tradotto in stato di arresto a San Vittore dove sosterà per breve tempo. Nel’Ottobre del 1942 viene richiamato alle armi e destinato a Palermo, 12° Regg.to Autieri. Lo sbarco alleato in Sicilia del 9-10 Luglio 1943 (7a Armata USA comandata dal Gen. [[George Smith Patton|Patton]] e 8° Armata Britannica comandata dal Maresciallo [[Bernard Law Montgomery|Montgomery]]) e la successiva rapida conquista dell’isola (17 Agosto 1943) affrettarono le cose. Senza attendere gli esiti del Gran Consiglio del Fascismo del 25 Luglio che avrebbe decretato la fine del regime mussoliniano, Mino Steiner, tramite esponenti dell’antifascismo locale (Purpura, Ramirez, [[Andrea Finocchiaro Aprile|Finocchiaro Aprile]]) era già entrato in contatto con i servizi segreti alleati (in particolare Steiner con gli Inglesi del [[Special Operations Executive|SOE]] e Fausto Bazzi, suo futuro “secondo”, con gli americani dell’ [[Office of Strategic Services|OSS]]). Già il 26 Luglio s’erano incontrati con gli americani Col. C.B. Hazeltine, Cap. A. Patti, Col. J.T. Whittaker (tutti ex OSS ora PWB ovvero [[Psychological Warfare Branch]]) e con l’inglese Major M. Smith del SOE che li avevano “adottati” addestrandoli in Algeria con un corso che avrà la durata di 6 settimane al termine del quale verrà affidato a Steiner il comando della Missione “LAW” destinata a coordinare in anteprima assoluta le attività di intelligence dei contingenti alleati con quelle dei nascenti nuclei resistenziali operanti al Nord, facenti capo al neonato Partito d’Azione e al suo braccio armato “Giustizia e Libertà” nonché ai vari [[Comitato di Liberazione Nazionale|CC.LL.NN.]], vera e propria longa manus dei partiti dell’esarchia antifascista.
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La notte del 3 Ottobre 1943<ref>Esiste un legittimo dubbio circa l’esattezza della data dello sbarco: sul sito Internet [http://uboat.net/allies/warships/ship/3442.html http://uboat.net/allies/warships/ship/3442.html] leggesi: “28 Sep 1943 – In the evening HMS Sickle (LT. J.R. Drummond, DSO, DSC, RN) landed a party of two Italians near Sestri Levante, Italy (about 20 miles East of Genoa)”. Nel diario scritto di proprio pugno dal “secondo” di Mino Steiner, Fausto Bazzi, è indicata esplicitamente la data del 3 Ottobre 1943. Lo stesso Bazzi in alcuni appunti manoscritti (Archivio Marco Steiner) indica l’incontro con Piero Caleffi al 6 Ottobre e quello con Eros Lanfranco, che lo metterà in contatto con il marconista Giuseppe Cirillo, al 9 Ottobre. Ergo s’è preferito dar credito all’estensore della memoria Fausto Bazzi. Il viaggio in mare era durato esattamente 6 gg.</ref> il sommergibile britannico “Sickle” al Comando del Lt. James Ralph Drummond<ref>HMS “Sickle – P224”: Sottomarino inglese della classe “S”, varato il 27 Agosto 1942. Dopo una prima missione in Norvegia nel Gennaio 1943 entra in Mediterraneo nell’Aprile 1943 per far parte della’8a flottiglia di stanza ad Algeri. Dopo aver compiuto 10 missioni scompare nel canale di AntiKythera, durante il viaggio di ritorno dall’Egeo verso la nuova base di Malta, colpito da bombe di profondità, il 18 Giugno 1944, con la perdita dell’intero equipaggio.</ref>, sbarca Mino Steiner e il suo “secondo” Fausto Bazzi, entrambi armati di pistola, imbottiti di simpamina e muniti di apparecchio ricetrasmittente, al largo della costa prospiciente Lavagna nel Golfo Tigullio. Un terzo uomo, il marconista Guido De Ferrari trattenuto ad Algeri per completare l’addestramento, raggiungerà la Missione solo a fine Gennaio 1944 restando tuttavia defilato da essa.
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Qui si apre un nuovo capitolo della cocente storia di Mino Stener giacché egli riesce a intrattenere con la moglie Egle un quasi regolare e dettagliato epistolario (com’era, per alcuni aspetti, già avvenuto nei 40 gg. di detenzione a S. Vittore) che ci rivela molti particolari e dettagli inediti della vita dei reclusi nel campo<ref>Questa specie di Diario, vera e propria testimonianza autografa vergata giorno dopo giorno, è per fortuna giunta integra sino a noi grazie alla cura e all’attenzione della Fam. Steiner.</ref>.
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Il 21 Giugno 1944 Steiner viene imbarcato su un convoglio ferroviario diretto a [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]] dove giunge 3 gg. più tardi<ref>Trattasi del Trasporto n° 53. Sulla base della sequenza dei numeri di matricola attribuiti alla data di arrivo del convoglio (compresi tra 760101 e il 76675), il totale dei deportati risulta di 475. Tutti identificati.</ref>. Quivi egli vi viene immatricolato col n° 76594. In Agosto viene trasferito a [[Großraming|Grossraming]] nel distretto di Steyr: campo attrezzato per la costruzione di una diga sul fiume Enns per alimentare una centrale idroelettrica, progetto peraltro ben presto abbandonato<ref>Testimonianza di [[Raimondo Ricci]], compagno di prigionia di Steiner, futuro Senatore della Repubblica e Presidente dell’[[Ilsrec|ILSREC]].</ref>. Steiner viene ricondotto a Mauthausen il 29 Agosto da dove, il 24 Settembre viene nuovamente spostato con destinazione [[Ebensee (sottocampo di Mauthausen)|Ebensee]] nel cui campo il 28 Febbraio 1945 egli muore sopraffatto dagli stenti e dalle sevizie<ref>Secondo una testimonianza verbale, mai accreditata e tutta da verificare, riferita dalla Famiglia Wronowski, un amico magistrato, compagno di prigionia di Steiner, addetto alla stesura dell’elenco dei prigionieri e sopravvissuto a quell’esperienza, Mino stremato cadde un giorno sotto il peso d’una pietra (si presume) ed una SS lo colpì fracassandogli gli occhiali. Reso quasi cieco da quella privazione, egli si lasciò andare sino a quando, ridotto ormai allo stremo venne cacciato in stato di ebetismo ma apparentemente ancora vivo dentro un forno crematorio.</ref>.
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Secondo gli inappuntabili Registri germanici di Ebensee erano esattamente le 06.55.