Verificazionismo: differenze tra le versioni

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==== Il realismo moderato di Tommaso d'Aquino ====
[[San Tommaso d'Aquino|Tommaso]], coerente con il suo [[aristotelismo]], riteneva che la [[conoscenza]] della realtà non potesse essere acquisita a prescindere dalla sensibilità, dato che gli universali, le idee divine nel suo caso, pur essendo di per sé ''ante-rem'' (anteriori all'oggetto da conoscere), sono conoscibili dall'uomo soltanto ''post-rem'', cioè come rielaborazione dell'esperienza materiale. È questa posizione di Tommaso che lo colloca all'interno della tradizione del [[Realismo_Realismo (filosofia)#Realismo_moderatoRealismo moderato|realismo moderato]].
 
==== Il rasoio di Guglielmo d'Occam ====
 
Il mondo esterno, secondo [[Guglielmo di Ockham|Guglielmo di Occam]], è percepito solo empiricamente, conosciuto quindi tramite l'intuizione immediata, mentre gli [[universali]], ovvero i concetti, vengono conosciuti attraverso la rappresentazione che di essi fa la mente, e per questo non hanno nessuna esistenza reale ma solo logica. I concetti che da questa astrazione nascono saranno i predicati dei giudizi che avranno senso solo se immediatamente esperibili. La ragione umana dice Occam tende a moltiplicare questa concetti e a crearne altri che non hanno nessuna connessione con la realtà e come tali devono essere eliminati. Questo metodo dell'eliminazione dei concetti non verificabili empiricamente si chiama "[[Rasoio di Occam]]" ed è uno dei primi tentativi fondati di eliminazione della metafisica e per questo sarà uno dei cardini della filosofia empirica del XVII° secolo inglese.
==== Metodo scientifico di Galilei ====
 
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Se guardo il sole e affermo che "Il sole è giallo", e lo indico, non posso sincerarmi che il mio interlocutore lo veda giallo come me, magari lo vede di un colore che io chiamerei blu, ma concorda lo stesso nel chiamarlo giallo, perché per egli quello è il nome del colore che al sole ha dato.<ref>M. Schlick, ''Experience, Cognition and Metaphysics'', 1926</ref>.
 
A causa di questo problema alcuni positivisti come Neurath abbracciano le tesi del [[Filosofia_del_linguaggioFilosofia del linguaggio#Naturalismo_e_convenzionalismoNaturalismo e convenzionalismo|convenzionalismo]] e la verità diventa una questione di conformità a ciò che la scienza ha già confermato e accettato. Questo metodo garantisce l'intersoggetività, ritenuta da Neurath indispensabile perché un asserto possa dirsi scientifico, e che invece il fenomenismo, con i suoi asserti protocollati privati, non garantisce arrivando addirittura al paradosso: ricercando l'obiettivo dell'oggettività si rischia di cadere nel vicolo cieco del [[solipsismo]].
D'altra parte sostenere che la verità di una proposizione dipenda dalla sua coerenza con credenze già accettate fa dire ad Ayer che non è più possibile distinguere una verità da una fiaba coerente, quale può essere qualsiasi sistema metafisico<ref>A.J. Ayer, ''Verification and Experience'',in "Proceedings of the Aristotelian Society", NS 37, 1937, pp. 139-145.</ref>.
 
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* [[Verità]]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=594 Giulio Giorello, La verità nella Scienza, Emsf Rai]
* [http://www.scribd.com/doc/56666752/La-Critica-Di-Popper-Al-Verificazionismo La critica di Popper al verificazionismo]
 
{{CircoloVienna}}