Lingue indoeuropee: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Cypsel (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Cypsel (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 49:
 
* Infine una serie di parlate estinte, isolate e poco note, come il [[Lingua frigia|frigio]], il [[Lingua tracica|tracio]], il [[Lingua daca|daco-misio]], il [[lingua messapica|messapico]], il [[Lingua antico ligure|ligure]] e i dialetti dei [[Macedoni]] e dei [[Peoni]]<ref>Szémerenyi, op. cit., pp. 32 s.; Villar, ''Gli indoeuropei'' cit. pp. 531 ss., 379 ss., pp. 389 ss, pp. 465 ss., 395 ss.</ref>.
* A queste ultime lingue, storicamente documentate anche se poco e male, si devono aggiungere, alcune lingue la cui esistenza è solo postulata sulla base di evidenze indirette: da un lato il cosiddetto "[[europeo antico]]", ipotetica lingua indoeuropea di sostrato, parlata secondo alcuni in epoca molto antica in Europa, diversa da tutti gli altri rami della famiglia, e che avrebbe dato origine alla tipica [[idronimia]] europea di fondo; dall'altro lato le ipotetiche lingue egee morte di substrato indoeuropeo influenti sul Greco antico ma estranee al ramo egeo-anatolico, fra cui il ''[[pelasgico]]'' <ref>Vladimir Georgiev "Das Pelasgische", ''Proceedings of the Eight International Congress of linguists'', Oslo, 1958, pp. 406-413. Al cosiddetto pelasgico si ricondurrebbero alcune parole del greco antico non spiegabili con l'evoluzione fonetica dei dialetti protogreci: ad es. πύργος "torre" < proto-indoeur. *''bhergh'' "luogo elevato" (cfr. il germanico ''burg''e il celtico ''briga'') o il verbo ἀτεμβω "danneggiare" (cfr. sanscrito ''dabhati'') o la parola τύμβος "tomba" (proto-indoeur. *''dhṃbh'') che è praticamente un doppione del più genuinamente greco τάφος, che ha la stessa etimologia, o ancora ταμίας, che in origine significa "dispensiere, domestico", dalla radice *''dom-'' "casa" (cfr. latino ''domus'', gr. δῶμα). Le caratteristiche del pelasgico sono: la [[legge di Grassmann (linguistica)|legge di Grassmann]] sulle aspirate come in sanscrito e in greco; un'evoluzione delle consonanti simile a quella dell'[[Lingua armena|armeno]]; la [[isoglossa centum-satem|satemizzazione]] delle gutturali; la comparsa di ''u'' davanti alle nasali e liquide di valore sillabico; la confusione delle vocali /a/ e /o/.</ref>, il ''[[greco psi]]''<ref>W. Merlingen, ''Das "Vorgriechische" und die sprachwissenschaflich-voristorischen Grundlagen'', Wien, 1955, e "Eine ältere Lehnwortschicht im Griechische", in ''Griechische'' I: ''Lautgeschichte'', Wien,1963. Caratteristiche del greco psi sono: una strana [[rotazione consonantica]] per cui le occlusive sorde /p, t, k/ diventano /ps, s, ks/, le sonore si aspirano, per cui ad es. si ha /b/>/pʰ/, le sonore aspirate compaiono come semplici sonore. Al greco psi risalgono per esempio parole come ξάνθος "biondo" (cfr. il latino ''candidus'' e il greco Κάστωρ "[[Castore]]", cioè "Lo splendente", dal proto-indoeur. *''kad'' "rifulgere").</ref> e il ''[[pelastico]]'' <ref>M. Budimir "Zur protoindogermanischen Schicht, in ''Actes du deuxième congrès international des linguistes, Genève, 1933, pp. 182-184. Il pelastico ha caratteristiche affini a quelle delle lingue slave. Esso spiegherebbe parole come σαργός "cervo", da *''kerwos'', *''kṛwos'' (cfr. lat. ''cervus''), attraverso due mutamenti fonetici caratteristici: 1) la satemizzazione; 2) la trasformazione della labiovelare /w/ in velare sonora /g/.</ref>. Si ribadisce che queste ultime lingue non sono dialetti greci: i loro resti testimoniano l'affioramento di lingue indoeuropee totalmente sconosciute per altro verso e caratterizzate da fenomeni propri, diversi in parte da quelli che identificano le altre sottofamiglie dell'indoeuropoeo;
 
Le diverse sottofamiglie dell'indoeuropeo sono poi per tradizione raggruppate in due grandi gruppi, divisi dalla cosiddetta [[isoglossa centum-satem]], e distinti in base al trattamento delle consonanti gutturali. Le cosiddette lingue ''centum'' (dal latino ''centum'', "cento") continuano le antiche gutturali palatali come velari, mentre le lingue satem (dall'avestico ''satəm'', "cento") le mutano in consonanti fricative palatali e sibilanti.