Mana: differenze tra le versioni

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'''Mana''' è un termine d'origine [[melanesia|melanesiana]]<ref name=trec>{{Treccani|mana|Mana|accesso=2 maggio 2013|v=12345}}</ref> diffuso in molte [[lingue austronesiane]] ([[lingue melanesiane|melanesiana]] e [[lingue polinesiane|polinesiana]]) che generalmente significa ''forza sovrannaturale'', ''potere spirituale'', ''efficacia simbolica'' e può essere tradotto con ''forza vitale''<ref name=trec/>. Esso si diffuse in occidente con il testo ''The Melanesians'' ([[1891]]) del missionario ed etnologo inglese [[Robert Henry Codrington|R.H. Codrington]].<ref>{{Treccani|mana|Mana}}</ref>
Questa difficoltà nell'attribuzione di un significato unico lo rende un [[significante flottante]].
 
Lo storico delle religioni e scrittore [[Mircea Eliade]] chiarisce che il mana (o il suo equivalente nelle altre culture primitive, sia antiche sia coeve all'uomo contemporaneo) è da ricercarsi nella stessa presenza corporea delle cose. In quanto un essere animato (sia visibile o invisibile), oppure inanimato, esiste, per l'uomo arcaico esso è dotato di una sua forza vitale latente; l'evocazione della forza latente delle cose da parte del sacerdote è l'essenza stessa delle [[Sciamanesimo|pratiche sciamaniche]] proprie delle religioni arcaiche.<ref>[[Mircea Eliade]], ''Trattato di storia delle religioni'', ed. Bollati Boringhieri, 2009, pag. 21-26.</ref>