Tessitura (musica): differenze tra le versioni

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In [[musica]] la '''tessitura''' identifica un particolare campo di [[frequenza|frequenze]] o di [[timbro (musica)|timbri]] propri di uno [[strumento musicale]].
 
Nella [[notazione musicale]], inoltre, la tessitura è l'insieme delle [[nota musicale|note]] che sono racchiuse da una [[chiave musicale|chiave]].
 
Il termine può essere riferito anche al [[Canto (musica)|canto]] per indicare la zona del pentagramma in cui, all'interno di un pezzo musicale o in relazione ad un registro o ad una categoria vocale, si concentra la maggior parte delle note da eseguire ed in cui, quindi, si richiede al cantante di eseguire il canto sillabico con i migliori risultati sonori. La tessitura non deve essere confusa con l'[[Estensione (voce)|estensione]] che indica invece l'arco del pentagramma compreso tra le note estreme, in alto e in basso, di cui viene richiesta l'esecuzione (estensione di un pezzo o di una categoria vocale) o che il cantante è capace di eseguire (estensione del cantante): due pezzi con la medesima estensione quindi possono avere tessiture più o meno acute a seconda della zona in cui è concentrata la maggior parte delle note da eseguire. Viceversa, un cantante con un'estensione più limitata di un altro, può però trovarsi maggiormente a suo agio nel sostenere una tessitura più acuta: [[Tito Schipa]], ad esempio, il prototipo dei [[Tenore|tenori]] leggeri del '900, era un cantante relativamente "corto" sul piano dell'estensione, non essendo mai stato in grado nella sua carriera di raggiungere il do<sub>4</sub>, ma sosteneva al meglio tessiture estremamente scabrose che occupavano tutta la zona alta della sua estensione vocale (do<sub>3</sub>-si<sub>3</sub> bemolle), nella quale la sua voce risultava particolarmente vivida e lucente<ref>Caruselli, vol. IV, ''ad nomen'', pagg. 1111/1112</ref>.