Glauco Pellegrini: differenze tra le versioni

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Il suo esordio nel [[cinema]] avviene nel [[1944]] quando a [[Venezia]], nella neonata industria cinematografica di [[Repubblica di Salò|Salò]], viene chiamato a scrivere [[Soggetto (cinema)|soggetto]] e [[Sceneggiatura cinematografica|sceneggiatura]] per il film ''[[La buona fortuna]]'' di [[Fernando Cerchio]], di cui sarà anche aiuto regista, proseguendo poi nel [[Secondo dopoguerra|dopoguerra]] sceneggiando e scrivendo il [[Soggetto (cinema)|soggetto]] di [[Tombolo, paradiso nero]] per la regia di [[Giorgio Ferroni]]. Il suo primo lungometraggio è ''[[Ombre sul Canal Grande]]'', del 1951. Questo film, interamente girato in una Venezia insolita e a cupa, che mescola cronaca nera, noir e denuncia sferzante verso una borghesia ipocrita e decadente.
 
Dopo quest'opera prima, sicuramente la più interessante, firma alcuni film minori - tra questi ''[[Gli uomini, che mascalzoni!(film 1953)|Gli uomini, che mascalzoni!]]'', remake del [[1953]] del ben più celebre film di [[Mario Camerini]], [[Sinfonia d'amore (film 1954)|Sinfonia d'amore]] del [[1954]] e [[L'amore più bello]] del [[1956]] - compie un'insolita esperienza: dirigere un film, [[Capriccio italiano (film)|Capriccio italiano]], ritenuto il suo capolavoro e inedito in [[Italia]], nella [[Germania Est]] nel [[1962]] dove ricostruisce interamente una Venezia ''goldoniana'' negli studi berlinesi. Riprende l'attività di documentarista nel [[1958]] (''Il carbone dei poveri'', ''Una giornata nel golfo'', ''Ritratto di Alberto Sughi'', ecc.) e diviene insegnante di regia al [[Centro Sperimentale di Cinematografia]] sino al [[1990]].
 
Affronta anche l'esperienza della regia sia [[regista teatrale|teatrale]] che [[Opera|lirica]], lavorando anche per la televisione. Promotore della rivista ''Film Rivista Quotidiano'' e collaboratore del ''Filmlexicon degli autori e delle opere'', è tra i fondatori [[Associazione Nazionale Autori Cinematografici|ANAC]]. Attivo anche nel mondo della politica, diventa membro della commissione culturale del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] per conto del quale dirige svariati documentari, il più famoso di questi sicuramente quello sulla vita di [[Palmiro Togliatti]] (''14 luglio''), proiettato in occasione del ritorno in pubblico del leader comunista dopo l'attentato di cui fu vittima, alla festa nazionale de [[L'Unità]] di [[Roma]] nel settembre [[1948]] .<ref>Morto a Roma Pellegrini, il partigiano del documentario, [[l'Unità]], pagina 21, 23 luglio 1991</ref>