Terza guerra mitridatica: differenze tra le versioni

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Tigrane non poteva permettersi di lasciare che anche la sua seconda capitale venisse occupata da Lucullo, senza provare neppure a difenderla, e così si accampò di fronte all'armata romana, sulla riva opposta del fiume ''[[Arsania]]'', a protezione della città, da lì non molto distante.<ref name="PlutarcoLucullo31.4">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 31.4.</ref> Fu Lucullo, secondo la versione di Plutarco, a dar battaglia attraversando il fiume con 12 coorti, mentre le restanti rimanevano a protezione dei fianchi. Contro di loro fu lanciata la cavalleria armena, composta da arcieri a cavallo della [[Mardi]]a e da lancieri [[Iberia caucasica|iberici]].<ref name="PlutarcoLucullo31.5">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 31.5.</ref> Tuttavia, questi cavalieri non brillarono nella loro azione, e cedettero all'avanzante fanteria romana, dandosi alla fuga inseguiti dalla cavalleria romana.<ref name="AppianoMitridatiche87"/><ref name="PlutarcoLucullo31.6">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 31.6.</ref><ref name="Dione36.5.1">Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 5.1.</ref> Ancora una volta la [[battaglia di Artaxata|vittoria arrise ai Romani]], i quali fecero grande strage dei nemici fino a tutta la notte, tanto da essere spossati, non solo per le continue uccisioni del nemico, ma anche del gran numero di prigionieri e bottino raccolto. Livio dice che, se nella prima battaglia contro Tigrane furono uccisi più nemici armeni, in questa seconda furono però uccisi, fatti prigionieri e resi schiavi un numero maggiore di più alti dignitari.<ref name="PlutarcoLucullo31.7-8">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 31.7-8.</ref>
 
[[File:Roma in Oriente 68aC.png|thumb|upright=1.4|L'anno 68 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
 
Lucullo incoraggiato da questa vittoria, era deciso ad avanzare ulteriormente verso l'interno e sottomettere l'intero regno armeno. Ma, contrariamente a quanto ci si poteva attendere, il clima di quel paese nel periodo dell'[[equinozio d'autunno]], era già molto rigido, tanto che alcuni territori risultavano già interamente coperti di neve, e anche quando il cielo era limpido si vedevano i campi cosparsi di brina e ghiaccio ovunque. Ciò generava un grande disagio non solo nelle truppe per il freddo pungente, ma anche ai cavalli che avevano difficoltà ad abbeverarsi e nell'attraversare i fiumi ghiacciati.<ref name="PlutarcoLucullo32.1">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 32.1.</ref> Vi è da aggiungere che gran parte di quei territori erano ricoperti da fitte foreste, con gole strette, e zone paludose, tanto che i [[legionario romano|legionari romani]] si trovavano costantemente a disagio per essere quasi sempre o bagnati o coperti di neve, durante tutta la loro marcia, trascorrendo anche le notti in luoghi estremamente umidi. Di conseguenza, cominciarono a lamentarsi delle continue difficoltà che incontravano giornalmente, prima inviando al proconsole delegazioni affinché desistesse da questa nuova impresa militare in un periodo tanto freddo, poi, non ricevendo adeguate risposte, tenendo tumultuose assemblee, fino a ribellarsi apertamente agli ordini del loro comandante.<ref name="PlutarcoLucullo32.2">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 32.2.</ref>
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La fortuna ed il consenso di Lucullo presso le sue truppe ormai vacillavano da troppo tempo, tanto che certe lamentele sulle recenti campagne militari condotte in [[limes orientale|Oriente]], senza un preventivo appoggio del Senato, giunsero anche a Roma, dove fu deciso di sostituire il proconsole romano nel comando della sua provincia, e di mandare in congedo buona parte dei suoi soldati. Lucullo si trovava così ad essere esonerato, per aver scontentato non solo le sue truppe, ma anche per essersi inimicato la potente fazione di usurai e [[pubblicano|pubblicani]] d'Asia.<ref name="PlutarcoLucullo33">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 33.1-5.</ref>
 
[[File:Roma in Oriente 68aC.png|thumb|upright=1.4|L'anno 68 a.C. della [[terza guerra mitridatica]].]]
 
Tigrane provvedette a ritirarsi all'interno del [[Regno d'Armenia|proprio regno]], riconquistandone alcune parti in precedenza perdute ed assediando il ''legato'' romano, [[Lucio Fannio]] (in precedenza alleato di Mitridate, poi tornato dalla parte romana);<ref name="Dione36.8.1-2">Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 8.1-2.</ref> mentre Mitridate si affrettò a tornare a quel poco di territori che gli erano rimasti (anch'egli riconquistando parte del Ponto e dell'[[Armenia minore]]<ref name="Dione36.8.1-2"/>), portando con sé 4.000 dei suoi armati ed altri ricevuti da Tigrane. Lucullo lentamente lo seguì, ma fu costretto a tornare indietro per mancanza di approvvigionamenti.<ref name="AppianoMitridatiche88">Appiano, ''Guerre mitridatiche'', 88.</ref>