Terza guerra mitridatica: differenze tra le versioni

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A questo punto la cronologia non coincide in Appiano e Cassio Dione. Il primo sembra riferire una serie di eventi in modo alquanto caotico,<ref>Appiano, ''Guerre mitridatiche'', 103-106.</ref> il secondo, invece, cita i consolati (e di conseguenza gli anni), e sembra seguire uno schema dettagliato, certamente più usufruibile ai fini della compilazione di una cronologia degli eventi in [[limes orientale|regioni tanto vaste]].<ref>Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 51-54.</ref>
 
[[File:Maps of the Armenian Empire of Tigranes.gif|thumb|upright=1.4|Il [[regno di Armenia]] ed i vicini [[regno cliente (storia romana)|stati "vassalli"]] della [[Colchide]] (con i regni di [[Albania caucasica|Albania]] e [[Iberia caucasica|Iberia]]), attorno al [[64 a.C.]], durante l'ultima fase delle [[guerre mitridatiche]].]]
 
Seguendo, quindi, la cronologia di Cassio Dione, sappiamo che Pompeo marciò contro l'[[Regno d'Armenia|Armenia]], deciso a portare la guerra contro [[Tigrane II]] che aveva prestato aiuto a Mitridate. Era ormai prossimo alla residenza reale di ''[[Artaxata]]'', ma il re armeno non aveva nessuna intenzione di continuare le ostilità.<ref name="AppianoMitridatiche104">Appiano, ''Guerre mitridatiche'', 104.</ref>
 
[[Appiano di Alessandria]] racconta che Tigrane aveva avuto tre figli dalla figlia di Mitridate, due dei quali aveva ucciso egli stesso: uno in battaglia e l'altro durante una battuta di caccia, poiché aveva trascurato di aiutare il padre dopo che era caduto, ma al contrario, mentre il padre giaceva a terra, aveva posto il diadema regale paterno sul suo capo. Il terzo figlio, invece, il cui nome era Tigrane, poiché si era preoccupato per la caduta del padre durante la caccia, aveva ricevuto in dono una corona. Poco dopo però, anche quest'ultimo era stato abbandonato dal padre, sconfitto in battaglia e costretto a fuggire presso il re dei [[Parti]], [[Fraate III]], succeduto da poco al padre [[Sanatruce]].<ref name="AppianoMitridatiche104"/> Cassio Dione aggiunge altri particolari interessanti della vicenda, secondo la quale, Tigrane-figlio, prendendo alcuni dei maggiorenti che non approvavano l'operato di governo del padre, si rifugiò presso il re dei Parti, Fraate III. E poiché quest'ultimo, avendo concluso con Pompeo un accordo di non-belligeranza, non sapeva come comportarsi, il giovane Tigrane gli consigliò di invadere l'Armenia del padre.<ref name="Dione36.51.1">Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 51.1.</ref> I due raggiunsero ''[[Artaxata]]'', soggiogando l'intero paese per il quale erano passati e posero d'assedio alla città. Il vecchio Tigrane ebbe paura e scappò sui monti. E poiché tutto lasciava supporre che l'assedio sarebbe andato per le lunghe, Fraate lasciò al giovane Tigrane una parte delle truppe e se ne tornò nel suo regno. Allora il vecchio Tigrane tornò sui suoi passi e si rivoltò contro il figlio, che era rimasto da solo, e lo vinse.<ref name="Dione36.51.2">Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 51.2.</ref> Il giovane avrebbe voluto rifugiarsi presso il nonno Mitridate, ma il fatto anche questi fosse in fuga, lo costrinse ad arrendersi ai Romani stessi.<ref name="Dione36.51.3">Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 51.3.</ref>
 
[[File:Roma in Oriente 66aC.png|thumb|upright=1.4|L'anno 66 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
 
Si racconta infatti che, quando Pompeo si avvicinò, il giovane Tigrane, dopo aver comunicato le sue intenzioni a Fraate, ricevendone la sua approvazione (desideroso di ottenere un'alleanza con il generale romano), si rifugiò presso Pompeo come supplice (incontrandolo lungo l'alto [[Arasse]]),<ref>Plutarco, ''Vita di Pompeo'', 33.1.</ref> sebbene fosse nipote di Mitridate, poiché la reputazione del proconsole romano presso i barbari era grande, per giustizia e magnanimità.<ref name="AppianoMitridatiche104"/> Dione aggiunge che Pompeo lo prese come guida e marciò contro l'Armenia ed il vecchio Tigrane,<ref name="Dione36.51.3"/><ref>Plutarco, ''Vita di Pompeo'', 33.2.</ref> il quale, fiducioso anch'egli che avrebbe ottenuto il perdono da Pompeo, decise di arrendersi e denunciò il comportamento del figlio traditore. L'incontro avvenne tra i tribuni ed i prefetti del generale romano lungo strada (secondo Plutarco, presso l'accampamento romano<ref name="PlutarcoPompeo33.3">Plutarco, ''Vita di Pompeo'', 33.3.</ref>), come un atto di cortesia, ma coloro che accompagnavano Tigrane, spaventati, fuggirono abbandonando il loro re, il quale giunto dinnanzi a Pompeo si prostrò ai suoi piedi.<ref name="AppianoMitridatiche104"/><ref name="PlutarcoPompeo33.3"/> Alcuni riferiscono che Pompeo lo fece rialzare dai littori.<ref name="AppianoMitridatiche104"/> Nella versione di Dione si racconta invece che: