Battaglia di Idistaviso: differenze tra le versioni

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{{Campagnabox Guerre Germaniche}}
 
La '''battaglia di Idistaviso''' è considerata la rivincita dell'[[Impero romano]] contro i [[Germani]], dopo la sconfitta subita da [[Publio Quintilio Varo|Varo]], nel [[9]] nella [[Battaglia della Foresta di Teutoburgo|battaglia di Teutoburgo]]. Nel [[16]], il legato imperiale [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]] riuscì a battere [[Arminio]] in due grandi battaglie: la prima nella piana di ''Idistaviso'', la seconda di fronte al ''Vallo [[Angrivari|angrivariano]]'', entrambe tra la riva destra del fiume ''[[Weser|Visurgi]]'' (attuale [[Weser]]), le colline circostanti, la grande foresta germanica e le paludi più a nord.
 
== Contesto storico ==
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=== Fase 2: di fronte al vallo degli [[Angrivari]] ===
I Germani, provocati non tanto dalle ferite e dal massacro subito nella piana di Idistaviso, ma soprattutto dall'ira nel vedere la gioia dei Romani che innalzavano quel trofeo con le armi dei vinti (mentre questi ultimi stavano già scappando al di là dell'[[Fiume Elba|Elba]]), decisero di tornare a combattere per la libertà perduta.
 
Furono arruolati tutti quelli che potevano portare le armi: dai giovani agli anziani. Tutti avevano deciso di entrare tra le schiere germane e di partecipare all'attacco contro la colonna romana in marcia.
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==== Il secondo attacco ====
Quelli cui era toccata la parte pianeggiante avanzarono di slancio, mentre quelli che dovevano attaccare il terrapieno, che sembrava quasi un muro, subivano continue perdite sotto i colpi, dall'alto, dei nemici. Germanico, avendo notato queste difficoltà sorte lungo il ''vallo angrivariano'', decise di far arretrare le [[legione romana|legioni]], per evitar loro di subire continue perdite senza colpo ferire, ed avanzò le linee dei frombolieri. L'attacco di questi ultimi provocò grande scompiglio tra le file dei [[Germani]], ora sotto un fitto lancio di dardi romani. Di lì a poco anche le macchine da guerra romane cominciarono a scagliare dardi ed aste, tanto da provocare una strage tra i difensori del vallo.
[[File:Legionari romani.jpg|thumb|left|230px|Legionari romani armati di ''[[Gladio (arma)|''gladius'']]'', ''[[pilum]]'' e ''[[Scudo (esercito romano)|''scutum'']]''. Il legionario in primo piano mantiene la classica posizione d'attacco della fanteria pesante romana con lo scudo sulla sinistra a protezione del corpo e il gladio impugnato con la mano destra.]]
Seguì l'attacco delle legioni. Il vallo degli [[Angrivari]] fu occupato, e Germanico, alla testa delle [[Guardia pretoriana|coorti pretorie]], guidò personalmente l'attacco nella foresta, dove la battaglia, condotta ad oltranza, fu particolarmente accanita e cruenta. La presenza delle paludi alle spalle dei germani intralciava i ripiegamenti, mentre il fiume e il terreno montuoso rendeva difficile un eventuale ritirata romana; le due parti dovevano vincere per sopravvivere<ref>Tacito, ''Annali'', II, 20.</ref>.
 
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[[Arminio]], ormai logorato dal combattimento e dalla recente ferita, cominciò a cedere anch'egli, come pure lo stesso Inguiomero, che s'aggirava rapido per tutto lo schieramento germano.
 
[[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]], al contrario, si tolse l'elmo per essere riconosciuto da tutti, incitandoli ad insistere nel massacro. Gridava che non servivano prigionieri, solo lo sterminio di quel popolo avrebbe posto fine alla guerra. Verso la fine della giornata, ritirò una legione dal terreno di battaglia per costruire l'accampamento, mentre le altre continuarono la strage del nemico fino a notte, mentre la cavalleria si batté con esito incerto contro quella germanica.
 
Germanico, al termine di questa seconda battaglia, fece innalzare in segno di vittoria, un secondo trofeo recante l'iscrizione: