Juan N. Álvarez: differenze tra le versioni

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== La guerra d'indipendenza del Messico ==
Nato da una famiglia di grandi proprietari terrieri di origine spagnola, Juan Álvarez ebbe la sua prima istruzione a [[Città del Messico]], allora capitale del Vicereame della Nuova Spagna, possedimento coloniale spagnolo. Nel [[1807]], a 17 anni, ritornò nel paese natale per raccogliere l'eredità del padre, assai cospicua. Alcuni anni dopo, nel [[1810]], Álvarez, di idee progressiste e liberali, si unì al movimento indipendentistico ([[Guerra d'indipendenza del Messico]]) guidato dai [[sacerdoti]] [[Miguel Hidalgo]] e [[José María Morelos y Pavón]], i quali, approfittando dell'occupazione napoleonica della [[Spagna]], decisero di far insorgere la popolazione per scrollarsi di dosso il giogo coloniale. Il 16 settembre di quell'anno Hidalgo sollevò i contadini presso la cittadina di [[Dolores Hidalgo]], facendo scoppiare la miccia che diede fuoco alla rivolta. Nei primi tempi i ribelli ebbero partita facile, anche per via delle difficoltà in cui versava l'esercito coloniale spagnolo: Álvarez militò sotto gli ordini di Morelos, venendo conosciuto come ''El Gallego'', così chiamato dal luogo di origine paterna, [[Santiago de Compostela]], in [[Galizia (Spagna)|Galizia]]. Dopo i primi successi, la lotta per l'indipendenza subì un arresto, dopo la cattura di Hidalgo e altri capi rivoluzionari nel giugno [[1811]]; Morelos rimase così l'unico capo della rivoluzione. Il nuovo leader riuscì a battere più volte gli spagnoli e creò, con il [[Congresso di Chilpancingo]] del 13 settembre [[1813]], il primo [[Stato]] messicano repubblicano. Álvarez combatté valorosamente, venendo anche ferito diverse volte, ma, dopo le successive sconfitte e la cattura di Morelos, che fu fucilato il 22 dicembre [[1815]], il patriota messicano passò ai comandi dell'altro leader rivoluzionario, [[Vicente Guerrero]], combattendo nel Messico meridionale e fornendo ai ribelli armi, denaro, vettovaglie e cavalli prelevati dai suoi allevamenti. Dopo diverse azioni di [[guerriglia]] contro i soldati spagnoli, il capo rivoluzionario riuscì a prendere [[Acapulco]], gestendo così tutto il Messico meridionale e ottenendo fama militare in diverse battaglie vittoriose. Alla fine, l'indipendenza del Messico avvenne nel [[1821]], con la firma del [[Piano de Iguala]], il 21 marzo di quell'anno, ad opera di [[Agustín de Iturbide]], intorno al quale si unì Guerrero e tutte le forze ribelli del Paese, e la successiva stipulazione del trattato di Cordoba il 24 agosto, che sancì l'indipendenza del nuovo Stato. Álvarez si vide nominare governatore militare di Acapulco dal 1821 al [[1823]], vedendo dapprima la scalata la potere di Iturbide, proclamatosi [[Imperatore]] del Messico con l'appoggio dei conservatori, dei militari e del clero. Il patriota messicano allora si schierò contro il nuovo sovrano, sostenendo l'insurrezione repubblicana guidata dai generali [[Antonio López de Santa Anna]] e [[Guadalupe Victoria]], che portò all'abbattimento dell'Impero e la proclamazione di una repubblica federale con lo stesso Guadalupe Victoria come presidente. Álvarez aderì entusiasticamente alla nuova repubblica, sostenendo fortemente la candidatura del suo vecchio comandante Vicente Guerrero alla presidenza. Guerrero governò il Paese dall'[[aprile]] al dicembre [[1829]], prendendo il potere con un [[colpo di Stato]], ma venne catturato e fucilato dopo una breve guerra civile il 4 febbraio [[1831]]. Álvarez non riuscì a impedirne la morte.
 
== Guerre contro Francia e Stati Uniti ==
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== Gli ultimi anni ==
Dopo aver sostenuto Juárez nella guerra civile contro i conservatori ([[1858]] - [[1861]]), Álvarez si mantenne fedele alla Repubblica anche durante il [[Secondo intervento francese in Messico]], quando, nel [[1862]] la [[Francia]] di [[Napoleone III]] inviò un corpo di spedizione militare in terra messicana in risposta alla politica juarista di congelamento del debito estero messicano. L'imperatore francese decise di far proclamare dai conservatori il [[Secondo Impero Messicano]], scegliendo come titolare l'arciduca austriaco [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Asburgo]], fratello dell'imperatore [[Francesco Giuseppe d'Asburgo]]. L'ex - presidente, nel corso del conflitto, comandò al Divisione Sud dell'esercito messicano, divenendo uno dei maggiori generali dell'entourage militare di Juárez, insieme a [[Porfirio Díaz]]. Il vecchio patriota riuscì a vedere la fine della guerra di liberazione, terminata con la sconfitta francese e la fucilazione di Massimiliano, il 19 agosto [[1867]], a [[Santiago de Querétaro]], prima di morire, nella sua tenuta di [[La Providencia]], nel municipio di [[Acapulco]], il 21 agosto [[1867]], a 77 anni.
 
Fu l'ultimo dei protagonisti della guerra d'indipendenza del Messico a morire. La sua salma venne trasportata nella [[Rotonda delle Persone Illustri]], a [[Città del Messico]], il 22 dicembre [[1922]].