Frassineto: differenze tra le versioni

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È quindi in questo panorama che viene alla luce Fraxinetum-Jabal al-qilâl; in concomitanza, tra l'altro, dell'abbandono, per ragioni ancora non chiarite, del citato porto sul Rodano.
 
Fraxinetum non divenne come Creta un emirato, essendo guidata da un [[qā'id]] (cioè un [[valìWali (governatore)|wali]]), ma rimase, come Creta, un avamposto islamico andaluso indipendente dal potere centrale e ad esso oppositore. Nello stesso modo con [[Cordova|Cordoba]] commerciava, così come con le compagini cristiane. In particolare Jabal al-qilâl ("monte degli alberi") sembra ebbe come [[industria]] principale quella del [[legno]], di cui gli Omayyadi necessitavano.
 
[[Abd al-Rahman III|ʿAbd al-Raḥmān III]], invece, riuscì a centralizzare il suo potere, riducendo all'obbedienza le minoranze più a lui vicine, sebbene pare che lasciasse un margine di autonomia a Fraxinetum-Jabal al-qilâl, forse proprio per l'importanza commerciale che aveva per al-Andalus l'avamposto con le sue materie prime e, verosimilmente, le capacità artigianali.<br />
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Nel [[941]] la flotta bizantina distrusse quella frassinetana, per tal motivo le incursioni dei musulmani si diressero verso i valichi alpini. Fu nei pressi di [[Orsières]] che i frassinetani fecero un passo falso col sequestro di [[Maiolo di Cluny|san Maiolo]], potente [[abate]] di [[Abbazia di Cluny|Cluny]]. L'azione precipitò gli eventi: Jabal al-qilâl venne distrutta nel [[battaglia di Tourtour|972-973]]<ref name="bordonesergi"/> o [[983]]<ref>Sulla seconda data concordano - tra i molti - Jean-Pierre Arrignon, Jean Heuclin, ''Pouvoirs, Église et société dans les royaumes de France, Bourgogne et Germanie: aux Xe et XIe siècles (888-vers 1110)'', Nantes, Éditions du Temps, 2008, pp. 66-67.</ref> dalle forze congiunte di liguri e provenzali, organizzate da [[Guglielmo I di Provenza]] con l'aiuto del piemontese [[Arduino il Glabro]] e col beneplacito di [[Papa Giovanni XIII|papa]] e [[Ottone I di Sassonia|imperatore]].
 
La distruzione di Frassineto non fermò da parte islamica né altre invettive piratesche né più ampie azioni militari, come il tentativo di conquista della Sardegna da parte di [[Mujāhid al-ʿĀmirī]], [[valìWali (governatore)|wali]] di [[Denia]] e delle [[Baleari]].
 
== Note ==