Antonio del Carretto: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Antonio Del Carretto, era il figlio minore di [[Antonio Del Carretto (marchese del Finale)|Antonio]] [[Marchesato di Finale|marchese del Finale]] dal [[1268]] al [[1313]] e di Leonora [[Fieschi]]. nelSua primononna decenniopaterna delera [[Trecento]]Caterina sida trasferì in [[SiciliaMarano]],<ref>Aa.Vv., ''Ilariafiglia del Carretto e il suo monumento'', Lucca 1995, p. 93.</ref> dove si sposò con [[Chiaramonte|Costanza Chiaromonte]], figliaillegittima di Federico II Chiaromonte barone di Racalmuto ed esponente della [[fazione dei Latini]]. Benché iI Del Carretto gestisseroerano iluna poteredelle inprincipali modofamiglie consortile,ghibelline Antoniodell'Italia trassesettentrionale. ben poco frutto dai suoi diritti sul marchesato di Finale, coinvolto nelle lotte interne genovesi sul fronte più debole.
Ebbe, quindi, inutili liti con i propri fratelli,<ref>Salvatore Salomone-Marino, Aurelio Rigol, ''Storia senza potere: vicende nella tradizione contadina'', Il vespro, 1979, p. 38.</ref>
 
Nel primo decennio del [[Trecento]] si trasferì in [[Sicilia]],<ref>Aa.Vv., ''Ilaria del Carretto e il suo monumento'', Lucca 1995, p. 93.</ref> dove si sposò con [[Chiaramonte|Costanza Chiaromonte]], figlia di Federico II Chiaromonte barone di Racalmuto ed esponente della [[fazione dei Latini]].
Con il matrimonio Antonio divenne barone di [[Calatabiano]] e [[Siculiana]]. Alla morte del suocero (1313) divenne anche barone di Racalmuto. <ref name= Villabianca >{{cita libro|cognome= Palizzolo Gravina a|nome= Vincenzo|titolo= Il blasone in Sicilia ossia Raccolta araldica|editore= Visconti & Huber, Palermo, 1871-75, Vol. I, p. 133|lingua= it|citazione= Fu portata in Sicilia sotto Re Carlo d'Angiò 1269 da un Antonio del Caretto signore assoluto e marchese degli stati di Savona e Finale, dopo avere per dissenzioni rinunciato ai di lui fratelli il dritto alla signoria di Genova; si casò con Costanza Chiaramonte ottenendo in dote le baronie di Calatabiano e Siculiana e la contea di Ragalmuto. |url=http://books.google.it/books?id=BQlSAAAAcAAJ&pg=PA133}} Evidentemente Palizzolo Gavina confonde il padre col figlio.</ref>
 
Benché i Del Carretto gestissero il potere in modo consortile, Antonio trasse ben poco frutto dai suoi diritti sul marchesato di Finale, coinvolto nelle lotte interne genovesi sul fronte più debole.
EbbeAntonio e i suoi discendenti, quindi, inutiliebbero litiimproduttive controversie con iil propriramo fratellifinalese,<ref>Salvatore Salomone-Marino, Aurelio Rigol, ''Storia senza potere: vicende nella tradizione contadina'', Il vespro, 1979, p. 38.</ref>
 
La linea maschile di questo ramo siciliano fiorì sino al Settecento.