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{{Citazione|Ma se il grido ci giungesse<br />dei compagni non redenti<br />alla morte sorridenti<br />il nemico ci vedrà.}}
 
Secondo uno studio del 2013 di Patrizia Deabate <ref>Patrizia Deabate, ''Le origini dell'Inno dei Laureandi Il Commiato'', in "Studi Piemontesi", vol. XLII, fasc. 1, giugno 2013.</ref> l'inno, nella versione originale, era stato una risposta di Oxilia a una poesia scritta mezzo secolo prima dal [[Milano|milanese]] [[Emilio Praga]], [[poeta maledetto|poeta "maledetto"]] appartenente alla [[Scapigliatura]]. L'Inno, inoltre, affonderebbe le radici più remote nell'esaltazione della giovinezza della [[Rivoluzione Francese]], con il richiamo a un simbolo contenuto nel celebre dipinto di [[Eugène Delacroix]], ''[[La Libertà che guida il popolo]]'', custodito al [[Museo del Louvre]] di [[Parigi]].
 
=== Fortuna ===
Nel 1911 fu inserita nella "celeberrima"<ref name="Storia di Torino Einaudi, vol. 7, pag. clx"/> [[operetta]] ''[[Addio giovinezza! (operetta)|Addio giovinezza!]]'', con [[libretto]] di [[Sandro Camasio]] e dello stesso [[Nino Oxilia]], che conobbe un notevole successo<ref name="Storia di Torino Einaudi, vol. 7, pag. 973">[[Rinaldo Comba]], Umberto Levra, [[Giuseppe Ricuperati]] e [[Nicola Tranfaglia]] (a cura di), ''Storia di Torino'', vol. VII, 2007 (p. 973)</ref>. Questo contribuì anche alla fortuna dell'inno che fu intonato anche tra i padiglioni dell'[[Esposizione internazionale di Torino|Esposizione internazionale dell'Industria e del Lavoro]] che si tenne a Torino in quello [[1911|stesso anno]].
 
Erano gli anni in cui, nella [[Torino]]] di [[storia di Torino|inizio secolo]], l'incipiente sviluppo industriale delineava già una frattura sociologica; rispetto al mondo delle ciminiere e degli opifici della meccanica, la canzone rappresentava espressione di controcanto di una città ancorata alla sua anima [[Risorgimento italiano|risorgimentale]], la società sabauda "degli orizzonti limitati ma sicuri, della vita senza foga, delle cose piccole e serene cantate con rimpianto dia [[Guido Gozzano]]"<ref name="Storia di Torino Einaudi, vol. 7, pag. clx">[[Rinaldo Comba]], Umberto Levra, [[Giuseppe Ricuperati]] e [[Nicola Tranfaglia]] (a cura di), ''Storia di Torino'', vol. VII, 2007 (p. clx)</ref>
 
==== Rimaneggiamenti successivi ====
Secondo uno studio del 2013 di Patrizia Deabate <ref>Patrizia Deabate, ''Le origini dell'Inno dei Laureandi Il Commiato'', in "Studi Piemontesi", vol. XLII, fasc. 1, giugno 2013.</ref> l'inno, nella versione originale, era stato una risposta di Oxilia a una poesia scritta mezzo secolo prima dal [[Milano|milanese]] [[Emilio Praga]], [[poeta maledetto|poeta "maledetto"]] appartenente alla [[Scapigliatura]]. L'Inno, inoltre, affonderebbe le radici più remote nell'esaltazione della giovinezza della [[Rivoluzione Francese]], con il richiamo a un simbolo contenuto nel celebre dipinto di [[Eugène Delacroix]], ''[[La Libertà che guida il popolo]]'', custodito al [[Museo del Louvre]] di [[Parigi]].
 
=== Rimaneggiamenti successivi ===
Il successo dell'inno è testimoniato anche dai rifacimenti successivi: rimaneggiato nel 1911, fu adottato come inno ufficiale degli [[Alpini]]<ref name="S. Pivato pag. 153"/>.