Torre della Tonnara dell'Ursa: differenze tra le versioni

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==Storia ==
 
Nel [[1569]] per disposizione dell’Abbazia di San Martino fu costruita la torre, e il complesso della tonnara divenne un [[Baglio (architettura)|baglio]] fortificato con due o tre [[dammuso|dammusi]]: “''… turram unam idamusatam cum duobus vel tribus dammusis...''”.<ref>Maurici, Vergara</ref>
La torre e il complesso della tonnara, nel 1401,<ref>Rocco Pirri, p. 1099.</ref> erano proprietà dell'abbazia di [[San Martino delle Scale]], che contestualmente era in possesso dell'intero feudo di Cinisi e della vicina Favarotta, alias attuale [[Terrasini]]:
“''…casale quoque Cinisi, Tynnarium Ursae, suis cum attinentiis nostro Gregoriano S. Martini Monasterio…''”.
 
Il Mangiapane,<ref>Mangiapane, p. 86.</ref> cita che nel 1344 un privilegio reale autorizzava l’Abbazia a “calare la tonnara” in contrada Fondo dell’Ursa, mentre ancora nel 1491 la Tonnara e una taverna che in essa insisteva erano date in affitto a un palermitano, certo Mattheo de la Chimia per un canone di 10 onze.
Nel 1569 per disposizione dell’Abbazia di San Martino fu costruita la torre, e il complesso della tonnara divenne un [[Baglio (architettura)|baglio]] fortificato con due o tre [[dammuso|dammusi]]: “''… turram unam idamusatam cum duobus vel tribus dammusis...''”.<ref>Maurici, Vergara</ref>
 
Nel 1578 l’architetto reale [[Tiburzio Spannocchi]] nel corso della sua ricognizione la trovò del tutto compiuta e suggerisce che si faccia “guardia continua”.
Suggerimento ripreso nel 1584 da [[Camillo Camilliani]] e sempre nel 1584 la [[Deputazione del Regno di Sicilia]] decise di includerla tra quelle da essa amministrata, per garantire meglio la gestione militare.
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Nel 1804 la torre è citata in quanto i torrari risultano nella contabilità della Deputazione del Regno, in numero di due con tre cannoni e due fucili a schioppo con un salario di 17 onze l’anno. I cannoni erano sicuramente quelli poi citati dal Mangiapane<ref>Mangiapane, p. 40.</ref> che testualmente riporta: "''… ub cinquant’anni addietro (nel 1863 circa ?) vi si vedevano ancora quattro cannoni. Uno di questi portava l’iscrizione: Magister Ioannes de Balo me fecit 1576. In un altro di detti pezzi, sotto l’effigie di San Benedetto vi era il motto: A vice tronitrui tui formidabunt 1618.''".
 
===La tonnara===
La torre e ilIl complesso della tonnara, nel 1401,<ref>Rocco Pirri, p. 1099.</ref> eranoera proprietà dell'abbazia di [[San Martino delle Scale]], che contestualmente era in possesso dell'intero feudo di Cinisi e della vicina Favarotta, alias attuale [[Terrasini]]:
“''…casale quoque Cinisi, Tynnarium Ursae, suis cum attinentiis nostro Gregoriano S. Martini Monasterio…''”.
Il Mangiapane,<ref>Mangiapane, p. 86.</ref> cita che nel 1344 un privilegio reale autorizzava l’Abbazia a “calare la tonnara” in contrada Fondo dell’Ursa, mentre ancora nel 1491 la Tonnara e una taverna che in essa insisteva erano date in affitto a un palermitano, certo Mattheo de la Chimia per un canone di 10 onze.
 
Nel 1808 la tonnara era tenuta da un concessionario, certo Faro Saputo, mentre la funzione militare era sempre intestata alla Deputazione del Regno di Sicilia, tant’è che dal suo archivio risulta che nel 1811 la torre svolse efficacemente la sua funzione difendendo un naviglio americano, mentre i torrari di Torre Pozzillo furono denunciati e arrestati per non avere difeso una imbarcazione degli USA. Infatti dopo le [[Guerre barbaresche]], ([[Prima guerra barbaresca]] (1801-1805) e [[Seconda guerra barbaresca]] (1815 -1816) ), gli USA avevano concluso un trattato per il pagamento di tributi agli stati del Nord Africa, pratica che fu poi abbandonata dopo la seconda promossa dal presidente USA, Madison, (1815, 24 settembre 1816), e che di fatto segnò l’inizio della fine della pirateria nel Mediterraneo. E indebolendo gli stati “barbareschi” li rese facile preda del colonialismo francese, spagnolo e italiano.