Assurdo: differenze tra le versioni

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assurdo è l'atteggiamento di un'enciclopedia che, mentre aspira alla serietà, si affida alle fantasiose derivazioni etimologiche del Vocabolario etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani
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{{Nota disambigua|la forma teatrale chiamata "dell'assurdo"|[[Teatro dell'assurdo]]}}
{{Nota disambigua|il metodo di dimostrazione filosofica e matematica basato sull'assurdo|[[Reductio ad absurdum]]}}
Il termine '''assurdo''' (dal [[lingua latina|latino]] ''absurdus'', compostocol dallasignificato particelladi "stonato", derivato da ''absurdus'' (da), che indica allontanamento, e una supposta forma [[lingua volgare|volgaresordo]] ''sardus'', da cui deriva l'antico verbo ''sardare'' (parlare saviamente)<ref>[http://www.etimotreccani.it/?term=vocabolario/assurdo/ daassurdo], ''[[Vocabolario etimologicoTreccani]]'' on line, [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref> indica tutto ciò che è contrario alla logica, contraddittorio o che genera un senso di ridicolo.
 
==Storia del concetto==
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{{Citazione|Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della Persuasione (infatti segue la Verità); l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile: infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo... Infatti lo stesso è pensare ed essere.<ref>Parmenide, [[Sulla natura (Parmenide)|''Il poema sulla natura'', o ''Della natura'']]; II, III</ref>}}
 
Anche nella tradizione [[Esoterismo|esoterica]] della [[Misticismo|mistica]] [[Ebraismo|ebraica]] sviluppatasi in [[Europa]] a partire dal [[VII secolo|VII]]-[[VIII secolo]].<ref>G.[[Gershom Scholem]], ''Major Trends in Jewish Mysticism'', Schocken Books (1995), VI Lezione, pp.119-126.</ref> compare nella [[Cabala]] la considerazione dell'assurdo di fronte all'impossibilità di raggiungere la verità con la ragione.
{{Citazione|[...] quanto più queste soluzioni sono incomprensibili tanto più alto è il loro rango, finché tu giungi all'attività di una forza che non sottostà più al tuo controllo ma piuttosto è essa stessa che tiene sotto controllo il tuo intelletto e il tuo pensiero.<ref>[[Gershom Scholem]], ''Le grandi correnti della mistica ebraica'', Einaudi, 1997 in Angela Cerinotti, ''Ebrei'', Giunti Editore, 2003 p.69</ref>}}
 
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*la ricerca di nuovi valori da sostituire ai precedenti.<ref>Ubaldo Nicola, ''Atlante illustrato di Filosofia'', Giunti Editore, 1999, pp.460-461</ref>
 
Un irrazionalismo ontologico, che coinvolge anche la gnoseologia <ref>Per esempio, [[Giuseppe Rensi]] ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere la speculazione filosofica nega continuamente sé stessa (In [http://www.filosofico.net/rensi.htm Filosofico.net])</ref>, è quello della "filosofia dell'assurdo" di [[Giuseppe Rensi]] <ref>[[Giuseppe Rensi]], [http://www.liberliber.it/mediateca/libri/r/rensi/la_filosofia_dell_assurdo/pdf/rensi_la_filosofia_dell_assurdo.pdf G.Rensi, ''La filosofia dell'assurdo'',ed. Adelphi, Milano 1991]</ref> che partendo da una sua personale convinzione «che è insieme assunto teorico e doloroso precipitato della sua esperienza personale: la persuasione amarissima e al tempo stesso sbandierata e assaporata con acido compiacimento che il mondo e la realtà siano intrinsecamente dis-ordinati, costitutivamente sconvolti e stravolti, infettati ''radicitus'' da un male che è anzitutto irrazionalità e quasi derisoria assurdità.» <ref>Marco Fortunato in G.[[Giuseppe Rensi]], ''Frammenti di una filosofia dell'errore e del dolore, del male e della morte'', Orthotes editrice, 2011, p. 10</ref>
 
==Nella letteratura==
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==Note==
<{{references/>|2}}
 
==Bibliografia==