Decimo Giunio Giovenale: differenze tra le versioni

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Le notizie sulla sua vita sono poche e incerte, ricavabili dai rari cenni autobiografici presenti nelle sue sedici ''[[satire (Giovenale)|Satire]]'' scritte in [[esametro|esametri]] giunte fino ad oggi e da alcuni epigrammi a lui dedicati dall'amico [[Marco Valerio Marziale|Marziale]].
 
Giovenale nacque ad [[Aquino]], nel [[Lazio meridionale]], da una famiglia benestante che gli permise di ricevere una buona educazione retorica poiché nella prima [[satira latina|satira]], databile poco dopo il [[100]] d.C., si definisce non più ''iuvenis'' (v.25) —il che implica che avesse almeno quarantacinque anni— la data di nascita si può indicare approssimativamente fra il [[50]] e il [[60]] d.C. Intorno ai trent'anni cominciò forse ad esercitare la professione di avvocato, dalla quale però non ebbe i guadagni sperati e ciò lo convinse a dedicarsi alla scrittura, alla quale arrivò in età matura, circa a quarant'anni.
 
Visse soprattutto all'ombra di uomini potenti, nella scomoda posizione di ''[[Clientelismo#Il cliens romano|cliens]]'', privo di libertà politica e di autonomia economica: è probabilmente questa la causa del pessimismo che pervade le sue satire e dell'eterno rimpianto dei tempi antichi. Scrisse fino all'avvento dell'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] e non si sa con certezza la data della sua morte, sicuramente posteriore al [[127]], ultimo termine cronologico ricavabile dai suoi componimenti.