Lingua slava ecclesiastica: differenze tra le versioni

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rumeno славонэ бисеричеаскэ, ''slavonă bisericească''
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Lo '''slavo ecclesiastico''' (in slavo ecclesiastico славéнскїй ѧ҆зыкъ, in [[Lingua bulgara|bulgaro]] църковнославянски език, ''cărkovnoslavjanski ezik'', in [[Lingua macedone|macedone]] црковнословенски јазик, ''crkovnoslovenski jazik'', in [[Lingua russa|russo]] церковнославя́нский язы́к, ''cerkovnoslavjánskij jazýk'', in [[Lingua serba|serbo]] црквенословенски језик, ''crkvenoslovenski jezik'', in [[Lingua slovacca|slovacco]] ''cirkevnoslovanský jazyk'', in [[Lingua rumena|rumeno]] славонэ бисеричеаскэ, ''slavonă bisericească'' ) è la lingua liturgica della [[Ortodossia|Chiese ortodosse]] nazionali [[Chiesa ortodossa bulgara|bulgara]], [[Chiesa ortodossa macedone|macedone]], [[Chiesa ortodossa russa|russa]] e [[Chiesa ortodossa serba|serba]], oltre ad altre [[Chiese ortodosse]] dell'area slava. È adottata, accanto alle [[lingue nazionali]], anche dalla [[Chiesa cattolica]] di [[rito bizantino]], diffusa in [[Ucraina]], [[Slovacchia]] e [[Polonia]]. Inoltre fu adottata anche dalla [[Chiesa cattolica]] di [[rito latino]] in diverse nazioni<ref>Il diritto di impiegare lo slavo ecclesiastico nella Messa di rito romano è prevalso per molti secoli in tutti i Paesi dei Balcani sud-occidentali, ed è stato approvato da lunga pratica e da molti Papi. Questo diritto è stato esteso al [[Montenegro]] nel [[1886]], alla [[Serbia]] nel [[1914]], alla [[Cecoslovacchia]] nel [[1920]], e il concordato del [[1935]] con la [[Jugoslavia]] estendeva il diritto a tutto quel regno. ([http://www.croatianhistory.net/etf/japun.html ''The Croatian Glagolitic Heritage'']).</ref>. Storicamente questa lingua deriva dall'[[antico slavo ecclesiastico]], adattandone la pronuncia e l'ortografia e rimpiazzando alcune parole od espressioni antiquate e di significato oscuro con le loro controparti vernacolari (ad esempio dall'antico russo).
 
Prima del [[XVIII secolo]], lo slavo ecclesiastico era largamente in uso come lingua letteraria in [[Russia]]. Nonostante non venisse mai parlata al di fuori delle funzioni religiose, i membri del clero, i poeti ed i colti usavano questa lingua per esprimersi per iscritto. Durante il [[XVII secolo|XVII]] ed il [[XVIII secolo]] lo slavo ecclesiastico venne gradualmente rimpiazzato dal [[lingua russa|russo]], e il suo uso viene limitato strettamente alle funzioni religiose. Anche se negli [[anni 1760|anni 60]] del [[XVIII secolo]] [[Michail Vasil'evič Lomonosov|Michail Lomonosov]] indicava ancora lo slavo ecclesiastico come lo ''stile alto'' del russo, all'interno della Russia questo punto di vista svanì durante il [[XIX secolo]]. Gli elementi dello stile slavo ecclesiastico sono sopravvissuti però a lungo tra i [[Vecchi credenti]], dopo lo scisma del tardo diciassettesimo secolo nella [[Chiesa ortodossa russa]].