Patto di astensione: differenze tra le versioni

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Viste le previsioni tutt'altro che rosee, le case motociclistiche decisero di porre fine alle forti spese comportate dall'impegno nelle corse di velocità, ritenendo che il ritorno in termini di prodotti venduti fosse palesemente insufficiente a compensarle, nonostante l'incontrastato predominio mondiale dimostrato dalle case italiane in quegli anni.
 
Per avere un'idea dell'impegno di spesa, basti pensare che il reparto corse della Moto Guzzi rappresentòcomportava unaun spesacosto di 235 milioni di [[Lira italiana|lire]], pari a circa 30 milioni di [[Euro]], in un'epoca nella quale ancora non esisteva il sistema di sponsorizzazione ed i connessi introiti.
 
In un primo tempo anche la [[MV Agusta]] aderì all'iniziativa, ma al momento di rendere pubblica la decisione si ritirò dal sodalizio, preferendo proseguire nell'attività sportiva, seppure in forma ridotta.