Biblioteca comunale Mozzi Borgetti: differenze tra le versioni

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=='''LA STORIA'''==
 
In seguito alla soppressione della [[Compagnia di Gesù]], il pontefice [[Papa Clemente XIV]], con breve del 15 dicembre 1773 concesse al Comune di [[Macerata]] il Collegio con la Libreria dei Gesuiti per formare una pubblica Biblioteca. Con un congruo sussidio di [[Papa Pio VI]], propiziato dal cardinale Guglielmo Pallotta e con il sostegno di benemeriti cittadini il Comune poté dare alla Biblioteca sede confacente ed aumentare le raccolte librarie fra il 1784 e il 1787.
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Nel 2000 si è aggiunta la biblioteca dell’economista di famiglia maceratese Maffeo Pantaleoni.
 
=='''LA SEDE'''==
 
In oltre due secoli di attività la Biblioteca è andata progressivamente estendendosi con sale e depositi ai vari piani dello stabile. Nell’ingresso da P.zza Vittorio Veneto sono conservati i busti di Benedetto Cairoli di Ercole Rosa e di [[Papa Gregorio XVI]] di Fedele Bianchini. I numerosi stemmi in pietra provengono dall’antica Fonte Maggiore. Alla raccolta archeologica dei Musei Civici appartengono il sarcofago strigilato dell’atrio e il grande dolio romano di età repubblicana all’ingresso della Sala Castiglioni.
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Al centro di questa sala fu aggiunta, alla fine dell’Ottocento la scaffalatura lignea di Romolo Cappelloni decorata ad intaglio con lo stemma di [[Macerata]] fra due cornucopie destinata all’archivo priorale oggi all’Archivio di Stato.
 
=='''LE RACCOLTE'''==
 
Attualmente la Biblioteca è dotata di circa 350.000 volumi, che ne fanno una delle maggiori della regione. Di particolare pregio ed interesse 10.000 manoscritti, poco più di 300 incunabuli, oltre 4.000 edizioni del Sec. XVI. Particolare segnalazione, fra i fondi a stampa, meritano oltre alle opere di interesse storico locale, le edizioni giuridiche, filosofico-naturalistiche e mediche dei secoli XVII-XVIII. Possiede inoltre una raccolta musicale e teatrale con manoscritti fra cui l’archivio della Cappella del Duomo, in deposito centinaia di libretti, manifesti, musica a stampa. Importanti collezioni di storia risorgimentale furono raccolte e donate dai fratelli Giovanni e Domenico Spadoni. Va inoltre segnalata una ricca fototeca con circa 20.000 immagini ed una collezione di disegni e stampe.