Operazione Bagration: differenze tra le versioni

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|Schieramento1={{DEU 1933-1945}}
|Schieramento2={{SUN 1923-1955}}
|Comandante1={{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Ernst Busch (militare)|Ernst Busch]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Walther Model]]
|Comandante2={{Bandiera|SUN 1923-1955}} [[Aleksandr Michajlovič Vasilevskij|Aleksandr Vasilevskij]] <br /> {{Bandiera|SUN 1923-1955}} [[Georgij Žukov]]<br /> {{Bandiera|SUN 1923-1955}} [[Konstantin Konstantinovič Rokossovskij|Konstantin Rokossovskij]]<br /> {{Bandiera|SUN 1923-1955}} [[Ivan Danilovič Černjakovskij|Ivan Černjakovskij]]
|Effettivi1=800.000 uomini <br /> 553 mezzi corazzati (carri armati e cannoni d'assalto)<br /> 831 aerei (rinforzati durante la battaglia da altri 200.000 uomini, 500 carri armati e 250 aerei)<ref>{{Cita|Zaloga 1997| pp. 22-27|Zaloga1997}}.</ref>
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Durante la pausa di primavera, Hitler, apparentemente rassicurato dalla nuova miracolosa stabilizzazione del fronte orientale dell'aprile 1944, continuò a manifestare ottimismo, pronosticando un sicuro fallimento dello sbarco all'ovest e un possibile crollo sovietico; in linea con la direttiva N. 51, sette ''Panzerdivision'' e grandi quantità dei nuovi carri [[panzer V Panther|Panther]] vennero finalmente inviate a ovest<ref>{{Cita|Zaloga 1997|pp. 12-13 e 53|Zaloga1997}}.</ref>. Anche la maggior parte dei reparti da caccia della Luftwaffe furono concentrati nel territorio del Reich e in Francia in vista del possibile secondo fronte (dove sarebbero stati decimati durante le incessanti battaglie aeree dell'[[operazione Pointblank]]), indebolendo l'aviazione ad est, principalmente equipaggiata invece con reparti da bombardamento e attacco (per contrastare la superiorità numerica dei carri armati sovietici)<ref>{{Cita|Zaloga 1997|p. 13|Zaloga1997}}.</ref>.
 
Il 22 giugno 1944, giorno di inizio dell'operazione Bagration, il [[gruppo d'armate Centro]] difendeva, al comando del feldmaresciallo [[Ernst Busch (militare)|Ernst Busch]], l'enorme saliente bielorusso, imperniato sulle importanti posizioni di Vicebsk, Orša e Bobrujsk, con quattro armate: [[3. Panzerarmee|3ª Panzerarmee]], [[4. Armee (Wehrmacht)|4ª armata]], [[9. Armee (Wehrmacht)|9ª armata]] e [[2. Armee (Wehrmacht)|2ª armata]] (schierata a sud delle grandi e quasi impraticabili [[Polesia|paludi del Pripjat']], e quindi tatticamente separata dalle altre formazioni tedesche)<ref>{{Cita|Zaloga 1997|pp. 22-27|Zaloga1997}}.</ref>. Questo complesso di forze era costituito da 34 divisioni di fanteria; una ''Panzerdivision'' (la [[20. Panzer-Division]], a cui, durante la battaglia, si sarebbero aggiunte altre quattro Panzerdivision: [[5. Panzer-Division (Wehrmacht)|5ª]], [[12. Panzer-Division (Wehrmacht)|12ª]], [[4. Panzer-Division|4ª]] e [[7. Panzer-Division (Wehrmacht)|7ª Panzer-Division]]); due divisioni campali della Luftwaffe; tre divisioni [[Panzergrenadier]]; sette divisioni di sicurezza, con 553 mezzi corazzati e 831 aerei<ref>In {{Cita|Ziemke 2003|p. 319|Ziemke2003}}, le forze aeree della Luftflotte 6, a disposizione del gruppo d'armate Centro, sono calcolate in 775 aerei, di cui 405 aerei da bombardamento a lungo raggio e ricognitori, raccolti nel IV Fliegerkorps.</ref>.
 
Queste formazioni tedesche erano largamente incomplete (e con uno spirito di rassegnato fatalismo<ref>{{Cita|Cartier 1996|p. 358|Cartier1996}}. Il feldmaresciallo [[Günther von Kluge|von Kluge]], ex-comandante del gruppo d'armate Centro, riferì ad Hitler, riguardo alla situazione delle insufficienti forze tedesche sparpagliate nelle immense distese del fronte orientale: "L'impressione di vuoto è semplicemente spaventosa".</ref>) a causa delle gravi perdite subite nella dura guerra difensiva combattuta nel corso dell'ultimo anno sul fronte orientale, e anche all'impiego di una parte delle truppe nelle cosiddette piazzeforti (''Wellenbrecher'' - frangiflutti<ref>{{Cita|Cartier 1996|p. 360|Cartier1996}}.</ref>), la cui costruzione era stata decisa da Adolf Hitler in persona allo scopo (secondo le sue ottimistiche previsioni) di fungere da capisaldi posizionati nei principali centri di comunicazione strategici, in grado di attirare e logorare grandi forze nemiche bloccandone e rallentandone l'avanzata.