Assedio di Costantinopoli (626): differenze tra le versioni

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Per l'assedio di Costantinopoli gli Avari avevano armato 80.000 soldati. Il patriarca Sergio I era rimasto l'unica autorità di rilievo nella capitale, vista la partenza verso l'Armenia dell'imperatore, insieme ai più importanti generali romani d'Oriente; dovette quindi organizzare la difesa della capitale. Per prima cosa radunò nella capitale praticamente tutti i soldati di cui l'impero disponeva in [[Europa]]. Intanto i Persiani, pur essendo in Calcedonia ancora prima della caduta di Foca, non avevano ancora tentato di assediare la città. Divenne chiaro agli abitanti della capitale che vi sarebbe stato un assedio, solamente quando gli Avari marciarono verso [[Costantinopoli]]; solo allora tutti capirono che le [[mura Teodosiane]] avrebbero dovuto sopportare la potenza di un assedio di grandi misure, che la capitale romana d'Oriente non aveva mai visto prima.
 
Fortunatamente Eraclio inviò in soccorso della capitale 12.000 soldati di cavalleria, che costituiva l'élite dell'esercito. La capitale superò l'assedio grazie anche al carisma del capo dei difensori, ossia [[Sergio I di Costantinopoli|Sergio]], che incitò i propri uomini a difendere con forza la capitale contro gli infedeli. Gli Avari per via terra avevano subito grandi perdite senza ottenere risultati, quindi costruirono una flotta e insieme a quella persiana attaccarono per via mare la capitale, ma tutto ciò fu vano, perché le navi della flotta alleata furono praticamente tutte incendiate dai romani d'Oriente grazie al formidabile [[fuoco greco]], e per questo gli assedianti fuggirono dalla capitale presi dal panico, pensando che Costantinopoli fosse protetta veramente da [[Dio]].
 
== Conseguenze ==