Paolo Tosio: differenze tra le versioni

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In un solo trentennio Paolo Tosio riuscì a costituire una ricca galleria di opere antiche e moderne che, per qualità e quantità, poteva competere con quelle nobiliari e di più antica formazione, pure comprendente un cospicuo fondo di stampe, di disegni e di medaglie.
L’incremento della collezione e, in parallelo, il suo allestimento all’interno del palazzo, che andava via via ampliandosi, diventarono le sue principali occupazioni. Nel suo insieme, la raccolta Tosio rimane un esempio intatto, quasi unico ed a livelli qualitativi spesso alti, del collezionismo in Lombardia in epoca di [[Restaurazione]].
Palazzo Tosio divenne così una meta d’obbligo per i personaggi, più o meno illustri, che transitavano da Brescia, personalmente accolti dai padroni di casa: dagli imperatori d’Austria Francesco I e Ferdinando I ai principi italianieitaliani e stranieri.
L’aggiornamento su quanto poteva offrire il coevo mercato dell’arte assicurano al conte autentici capolavori: tra i dipinti antichi sono da ricordare: il Redentore di [[Raffaello]], il Presepio del [[Lorenzo Lotto|Lotto]] e l’Annunciazione di [[Moretto]]. Altrettanto tempestivi risultano gli acquisti di opere contemporanee.
[[File:Sorbara di Asola-Panorama.jpg|thumb|right|Sorbara di Asola]]