Nexum: differenze tra le versioni

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Nel [[352]] l'azione dei [[mensari|''mensari'']] nominati dai consoli [[Publio Valerio Publicola (console 352 a.C.)|Publio Valerio Publicola]] e [[Gaio Marcio Rutilo]] limitò l'azione del ''nexum'' e fù abolito nel [[326 a.C.]], grazie alla [[lex Poetalia Papiria|''lex Poetalia Papiria'']].<ref name=":1">{{Cita web|autore = |url = http://www.treccani.it/enciclopedia/nexum_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo = Nexum|accesso = 18 gennaio 2015|editore = |data = |sito = treccani.it}}</ref>
==Formazione del nexum==
La sua solennità probabilmente derivava dal fatto che le garanzie sottintese al ''nexum'' erano della massima delicatezza per chi vi si sottoponeva.
 
Per poter procedere erano necessari cinque testimoni, che fossero cittadini romani puberi e di un [[Libripens|''Libripens'']] con la bilancia, con la quale, nel caso di scambio di metallo, si sarebbe dovuto effettuare effettivamente la pesatura.
Se, invece, non era necssarianecessaria, quest'ultima era soltanto simbolica.
Infine vi eeaera la pronuncia da parte del creditore di parole solenni, con le quali affermava il potere che si stava andando a formare sull'altra parte.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Matteo Marrone|titolo = Manuale di diritto privato romano|anno = 2004|editore = G.Giappichelli Editore|città = Torino|pp = 243-244|capitolo = Le obbligazioni}}</ref>
 
==Condizione del nexus==
Con l'accettazione del ''nexum'' il debitore, che diveniva "''nexus"'', forniva come garanzia di un prestito l'asservimento di se stesso - o di un membro della sua famiglia su cui avesse la potestà (un figlio ad esempio) - in favore del creditore fino all'estinzione del debito.
La condizione del ''nexus'', seppur era per il diritto non servo, presentava delle forti analogie, infatti il creditore, oltre a tenerlo per sé, poteva esercitare materiale coercizione e anche sottoporlo a punizioni corporali, giungendo anche ad
utilizzarlo per l'attività lavoratorivalavorativa per estinguere il debito contratto.
Il "''nexum"'' trovò spesso applicazione anche come "''negotium imaginarium"'': in questo caso il "''nexus"'' chiedeva al creditore di un proprio debito rimasto insoluto di accettare la propria persona in qualità di "''nexus"''; questo accadeva perché nel sistema processuale romano arcaico il soggetto insolvente "''iudicatus''" era suscettibile di "''addictio"'' definitiva al creditore, il quale poteva ridurlo in schiavitù od ucciderlo.
Il vincolo che si creava con il ''nexum'' non era solo giuridico e potenziale come una normale [[Obbligazioni del diritto romano|''obligatio'']] ma attuale e materiale.<ref name=":0" />
 
==Estinzione del nexus==
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In genere, d'altronde, il ''nexus'' portava alla schiavitù perpetua di chi vi era sottoposto per le ovvie implicazioni dell'operatività di chi era asservito. Non potendo gestire la propria vita in modo da allargare i guadagni diventava sempre più difficile all'asservito poter raccogliere le somme necessarie a pagare il riscatto.
 
Il nexus, una volta estinto il debito, avrebbe dovuto essere liberato, in nome del "[[fides|''fides'']]", attraverso un altro rito formale, simile al nexum, chiamato [[solutio per aes et libram|''solutio per aes et libram'']], dove, sempre di fronte a cinque cittadini romani puberi e un libripens, alla presenza delle parti, il debitore, rievocando un preciso formulario, affermava di liberare se stesso dal potere del creditore, mentre appoggiava sulla bilancia portata dal ''libripens'' il metallo dovuto, con quest'ultimo che provvedeva alla pesatura.
Il debito, se era stato monetario, consisteva nel debitore che, con in mano una moneta, percuoteva la bilancia, per poi consegnarla simbolicamente al creditore.<ref>questo rito non si perse con l'abolizione del nexum, ma si mantenne divenendo un negozio giuridico astratto idoneo alla remissione di un debito provocato da qualsiasi causa.
Scomparve l'uso nella prima età postclassica.</ref><ref name=":0" /><ref name=":1" />
 
==Note==