Teoria della scelta razionale: differenze tra le versioni

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==Cenni storici==
La teoria della scelta razionale affonda le radici nel pensiero degli economisti nel [[XIX secolo]] quando cioè, in seguito alle teorie edonistiche ed utilitaristiche, si iniziò a prendere in considerazione il processo decisionale individuale in base al desiderio di ottenere gratificazione o dal timore di subire una sanzione. In particolare gli economisti, tra i quali [[Adam Smith]], [[David Ricardo]] e [[Carl Menger]] insistevano sul fatto che la scarsità delle risorse, che caratterizzava l'ambiente socio-economico, obbligava gli individui a compiere delle scelte. In questa cornice, i primi approcci della scelta razionale si basarono sulla teoria dello scambio{{anchor|306}}<ref name=wallace>Wallace R.A., Wolf A. (1999) ''La teoria sociologica contemporanea'', (tit. orig. Contemporary Sociological Theory, 1980), Bologna, il Mulino, p. [[#305|305]], [[#306|306]], [[#325|325]], [[#345|345]], [[#366|366]], [[#375|375]], ISBN 88-15-07698-0.</ref>. Oltre agli economisti, anche alcuni antropologi furono antesignani di tale ordine di idee. [[Bronislaw Malinowski]], ad es., effettuò degli studi sullo “scambio Kula”, un particolare rituale praticato nelle [[Isole Trobriand]] per dimostrare che l'obbligo di dare, ricevere e ricambiare formano una sorta di reciprocità per la quale gli oggetti scambiati sono assimilati alla persona che li ha posseduti, pur non avendo alcuna utilità apparente. La teoria della scelta razionale fece molti proseliti negli [[Anni 1960|anni sessanta]] grazie ad esponenti quali [[George Homans]], [[Peter Blau]], per poi conoscere un lieve declino nei decenni successivi. Negli [[Anni 1990|anni novanta]] si ebbe una rivalutazione sulla base degli studi di [[James Samuel Coleman]] sul capitale sociale e sul comportamento elettorale.
 
==Descrizione==