Santippo: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nel [[256 a.C.]] la battaglia di Adys aveva sancito la supremazia romana nei combattimenti terrestri anche in territorio africano. Le forze cartaginesi avevano subito una secca sconfitta dalle legioni di Atilio Regolo soprattutto per effetto di una malaccorta condotta delle operazioni bellica da parte dei comandanti punici [[Bostare (generale della prima guerra punica)|Bostare]], [[Asdrubale di Annone]] e [[Amilcare (III secolo a.C.)|Amilcare]] che non seppero sfruttare tutte le possibilità offerte dalle loro armi. La sconfitta pose Cartagine alla mercé dei Romani costringendo la città a chiedere la pace. Le condizioni poste da Atilio Regolo furono ritenute tanto pesanti da far decidere il Sinedrio cartaginese di non accettare e resistere ulteriormente.
 
{{quote|All'incirca in questo momento approda a Cartagine un reclutatore di mercenari, di quelli che in precedenza erano stati inviati in Grecia; costui conduceva moltissimi soldati, tra i quali un certo Santippo, spartano, un uomo che aveva ricevuto la tipica [[Agoge|educazione laconica]] e che aveva la dovuta esperienza militare . |[[Polibio]], ''Storie'', I, 32, 1, BUR. Milano, 2001. trad.: M. Mari.}}
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I comandanti cartaginesi,
{{quote|che avevano compreso che il morale delle truppe si era risollevato [...] dopo pochi giorni presero con sé l'esercito e partirono... |[[Polibio]], ''Storie'', I, 32, 8, BUR. Milano, 2001. trad.: M. Mari.}}
Sempre secondo Polibio che -si suppone- in queste pagine si rifà a [[Filino di Agrigento|Filino]], storico filocartaginese- l'esercito punico era composto di dodicimila [[Fanteria|fanti]], quattromila [[Cavalleria|cavalieri]] e un centinaio di elefanti.
 
I romani notarono il nuovo, spavaldo, atteggiamento dell'esercito cartaginese che si muoveva non più su terreno erto ma si manteneva nella parte pianeggiante. Cionondimeno, sicuri delle loro capacità e ritenendo i cartaginesi inferiori militarmente non rifiutarono lo scontro.