Ludovico Dolce: differenze tra le versioni

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* ''L'Aretino'' o ''Dialogo della pittura'' (1557): vi viene aspramente criticato il ''[[Giudizio Universale (Michelangelo)|Giudizio Universale]]'' di [[Michelangelo]], tacciato di "sconvenienza", e per estensione viene criticato il mito michelangiolesco, contrapponendogli quello di [[Raffaello]], ritenuto maggiormente "conveniente". Il dialogo nel suo complesso si configura come una critica serrata alla [[Manierismo|pittura manieristica]] ed è il primo scritto in cui il termine [[Maniera moderna|Maniera]], assume carattere negativo: questa viene accusata di essere troppo oscura, di prediligere figure allungate e con una grandissima varietà di modi psicologici, e soprattutto di essere un'arte per élite culturali, che taglia fuori il popolo dei devoti; dobbiamo considerare che il dialogo venne scritto negli anni della [[Controriforma]], quando la gerarchia ecclesiastica chiedeva agli artisti immagini semplici, chiare e con un certo grado di realismo, atto a muovere a devozione le masse dei fedeli. Dolce difese l'impostazione classicista per l'ispirazione e la riproduzione della natura, un decoro di matrice letteraria e gli elementi armoniosi e statici del primo [[Rinascimento]].
* ''Dialogo dei colori'' (1565)
''L'Enea'' di M.Ludovico Dolce edito in Venezia per Giovanni Varisco (1568)
 
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