Felice Sciosciammocca: differenze tra le versioni
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[[File:Eduardo e Pulcinella.jpg|thumb|Eduardo e Pulcinella]]
Un'ulteriore evoluzione, dall'archetipo di Pulcinella, può considerarsi la maschera di Felice Sciosciammocca. Più esattamente, dovrebbe parlarsi di mezza maschera poiché, verso la fine del [[XIX secolo]], il teatro napoletano si stava trasformando da teatro borbonico di maschera, a teatro di carattere. Pulcinella, infatti, rappresentava un mondo «facile e furbesco, nient’altro che questo, passione un tempo e frenesia di due plebi quella del trivio e quella della corte» <ref>Giorgio Arcoleo, ''Un filosofo in maschera'', ''Studi e profili'' con prefazione di [[Giuseppe Antonio Borgese]], vol. I, Milano, Mondatori 1929 (in Guido Nicastro, ''Sogni e favole io fingo: gli inganni e i disinganni del teatro tra Settecento e Novecento'', [[Rubbettino Editore]], 2004, p.220</ref> Un personaggio ormai anacronistico «simbolo di una [[Lazzarone|plebe lazzarona]] e servile alleata con il vecchio potere» <ref>G. Nicastro, ''Op. cit. ibidem''</ref> che andava sostituito con uno più conforme alla nuova cultura unitaria. Nasce così un personaggio, un ''[[caratterista]]'', come diremmo oggi, a tutto tondo, quello di Sciosciammocca, che rappresentava un tipo ben determinato e fisso sia nel costume di scena:
[[File:Totò Miseria e nobiltà.png|thumb|left|upright=0.7|Totò nei panni di Felice Sciosciammocca nel film [[Miseria e nobiltà (film 1954)|Miseria e nobiltà]] (1954)]]
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