Giulio Douhet: differenze tra le versioni

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|Soprannome =
|Data_di_nascita = 30 maggio 1869
|Nato_a = [[Caserta]]
|Data_di_morte = 15 febbraio 1930
|Morto_a = [[Roma]]
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|url=http://www.arte.go.it/mostre/uniformi/pag_3.htm|titolo=Aeronautica: Museo Storico accesso=9 novembre 2008|editore=http://www.arte.go.it}}</ref>
 
Scrisse il libro ''Regole per l'uso degli aeroplani in guerra'', uno dei primi manuali di dottrina sulla materia, ma le sue teorie vennero viste come troppo radicali. Nella seconda metà del 1914, Douhet si assunse la responsabilità di far avviare alla [[Giovanni Battista Caproni|Caproni]] la costruzione del grosso bombardiere trimotore [[Caproni Ca.31|Ca.31]], malgrado il parere contrario del generale Maurizio Moris, ispettore dell'Aeronautica. Per questo atto privo di autorizzazione venne allontanato dall'aviazione e destinato alla [[Fanteria]], con incarico ad [[Edolo]] presso lo stato maggiore della 5ª Divisione, in quel momento in retroguardia sul fronte dell'[[Gruppo dell'Adamello|Adamello]].
 
=== La prima guerra mondiale ===
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Nel [[1921]] pubblicò ''Il dominio dell'aria'', il suo libro più noto, che ebbe molta fortuna all'estero<ref>[[Renzo De Felice|R. De Felice]], ''Mussolini'', vol. IV, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], Torino 1965, p. 39.</ref>. Tale saggio fu oggetto di attento studio, particolarmente da parte dei fautori della nascente specialità dell'aeronautica militare come l'americano [[Billy Mitchell]], che ebbe modo di conoscere nel 1922 e al quale illustrò la sua opera.<ref name="Hurley"/>. Le forze armate britanniche invece non prestarono apparentemente attenzione al libro e gli autori inglesi ritengono sia stato [[Hugh Trenchard]], il padre della [[Royal Air Force]] il primo teorico del bombardamento strategico, poi di fatto attuato durante la [[seconda guerra mondiale]], sotto le direttive di ''Sir'' [[Arthur Travers Harris]].<ref name="everything2"/><ref name="Airminded">{{cita web|autore=Brett Holman|url=http://airminded.org/2007/04/07/the-douhet-dilemma/|titolo=The Douhet dilemma|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=airminded.org|sito=Airminded - Airpower and British society, 1908-1941|data=Data pubblicazione 07-04-2007}} che cita {{Cita pubblicazione |cognome=Smith |nome=Malcolm |titolo=A matter of faith’: British strategic air doctrine before 1939 |rivista=Journal of Contemporary History |numero=15 (1980) |pagine=423-42 }}</ref>
 
Fu promosso generale di divisione nel [[1923]], restando in aspettativa.<ref> http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-douhet_(Dizionario-Biografico)/</ref>
È da segnalare che le teorie di Douhet trovarono, fra le due guerre, un certo seguito anche nell'[[Unione Sovietica]]: alla metà degli anni trenta le forze aeree dell'URSS disponevano di circa 1000 bombardieri bimotori e quadrimotori destinati all'attacco strategico<ref>Patrick Facon, ''Le bombardement stratègique'' Munich, Editions du rocher, 1996, p. 122</ref>. Sempre nel 1921, grazie anche alle sue amicizie all'interno del neonato [[Partito nazionale fascista]], Douhet venne richiamato in servizio e nominato [[maggior generale]], ricevendo l'incarico di Capo dell'Aviazione,<ref>{{cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/Sitoam/Default.asp?idente=1398&idnot=8221&idsez=&idarg=|titolo=Il generale Douhet e il generale Mitchell|accesso=2 novembre 2008|editore=Portale dell'Aeronautica Militare |sito=Le schede}}</ref> ma presto abbandonò il lavoro troppo burocratico per dedicarsi interamente allo studio.
 
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Secondo Douhet l'aeroplano non poteva più essere inteso solo come un mezzo ausiliario dell'Esercito e della Marina per colpire obiettivi terrestri e navali, bensì era diventato l'unico mezzo per combattere una terza lotta nella nuova dimensione, l'aria. Il generale auspicava dunque parallelamente alla permanenza delle Aviazioni dell'Esercito e della Marina, la formazione di una "terza sorella": l' "Armata Aerea". Questa sarebbe stata la sola e unica forza armata capace di garantire la conquista del "dominio dell'aria", conquista necessaria per proteggere i cieli italiani dall'aggressione di mezzi aerei nemici e unico mezzo capace di garantire il possesso dei cieli avversari in un conflitto.
 
Incidentalmente si osserva che Douhet era scettico sulle possibilità di difesa antiaerea, sia a mezzo caccia sia tramite artiglieria e, conseguentemente, non riteneva si dovesse investire negli aeroplani da caccia,<ref name="Hurley">{{cita libro|cognome=Hurley |nome=Alfred F. |titolo=Billy Mitchell crusader for Air Power |url=http://books.google.it/books?id=oJo7qyDKvb4C&pg=PA75&lpg=PA75&dq=Airpower+Journal+douhet&source=bl&ots=lVq99DlNmC&sig=s_EdyEA1tZBGMeHfOZPTbo_spSU&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=10&ct=result#PPA76,M1 |editore=Indiana University press |città=Bloomington, IN |lingua=en |isbn=978-0-253-20180-5 |p=76 }}</ref><ref name="Botti">{{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio Ferrucci |wkautore=Ferruccio Botti|coautori=Mario Cermelli |titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |anno=1989 |editore=USSMA |città=Roma Rom }}</ref><ref name="Shiner">{{cita web|autore=Colonel John F. Shiner|url=http://www.airpower.au.af.mil/airchronicles/aureview/1986/jan-feb/shiner.html#shiner|titolo=Reflections on Douhet the classic approach
|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=Office of Air Force History|sito=Air University Review|data=Data pubblicazione gen-feb 1986}}</ref> teorizzò invece come guerra di "contraviazione" il bombardamento dei campi da volo nemici attraverso materiale esplosivo che crei "imbuti di scoppio".
 
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2. - Quante unità da bombardamento occorrerebbero per tagliare Roma da tutte le comunicazioni ferroviarie, telegrafiche, telefoniche, radiotelegrafiche, gettando Roma stessa nel terrore e nella confusione mediante la distruzione dei principali ministeri e delle banche maggiori, in un sol giorno?"''}}
 
Le teorie di Douhet furono e tuttora sono oggetto di studio e controversia da parte degli storici militari e degli studiosi di strategia dagli anni venti del ventesimo secolo fino ad oggi.<ref name="Rocca">{{cita libro|cognome=Rocca |nome=Gianni |wkautore=Gianni Rocca |titolo=I Disperati - La tragedia dell'Aeronautica Italiana nella seconda guerra mondiale |anno=1991 |editore=Arnoldo Mondadori Editore |città=Milano |isbn=88-04-44940-3}}</ref><ref name="Facon">{{cita libro|cognome=Facon |nome=Patrick |titolo=Le bombardement stratégique|anno=1995 |editore=Éditions du Rocher, coll. L'Art de la Guerre|città=Monaco-Paris |lingua=fr }}</ref><ref name="Feuchter">{{cita libro|cognome=Feuchter |nome=Georg W. |titolo=La guerra aerea |anno=1968 |editore=Sansoni |città=Firenze}}</ref><ref name="Giacomelli ">{{cita libro|cognome=Giacomelli |nome=Raffaele |titolo=Il Terrorismo Aereo Nella Teoria e Nella Realtà (Supplemento Storico al Volume XXV De L'Aerotecnica) |anno=1945 |editore=Ass.Ital.d'Aerotecnica |città=Roma }}</ref> Nel 1945 la realizzazione e l'impiego bellico delle armi nucleari, cui seguì la resa incondizionata del Giappone, sembrò confermare le teorie di Douhet<ref>Rivista Aeronautica, 1945</ref>. Gli studiosi hanno analizzato le principali campagne militari dalla [[seconda guerra mondiale]] fino ai recenti avvenimenti della [[guerra nei Balcani|Balcani]], dell'[[invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e dell'[[guerra in Iraq|Iraq]]. Tutti riconoscono l'imprescindibilità del potere aereo, ma non tutti concordano che una campagna militare possa essere decisa solamente dall'aeronautica.
 
Le teorie di Douhet vennero subito criticate in [[Italia]], tanto da portarlo allo scontro con l'''establishment'' militare (anche se forse l'ostilità era più diretta all'uomo - e ai gruppi di interesse che lo sostenevano - che non alle teorie che egli promuoveva).<ref name="everything2">{{cita web|url=http://everything2.com/e2node/Giulio%2520Douhet|titolo=Giulio Douhet|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|editore=everything2.com|data=Data pubblicazione 02-06-2005}}</ref> Oggi può sembrare che la storia gli abbia dato ragione, infatti nella [[seconda guerra mondiale]] la [[bombardamento a tappeto|guerra aerea]] si è svolta nel modo che lui preconizzava (si veda ad esempio l'effetto strategico del [[bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki]]).<ref name="everything2"/> Tuttavia ad una analisi attenta, si scopre che forse i suoi detrattori non avevano del tutto torto.<ref name="Shiner"/>
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I bombardamenti aerei a tappeto delle città inglesi e tedesche non sono bastate a risolvere da soli il conflitto, tuttavia lo spettro di una totale distruzione nucleare portò il Giappone alla resa. Né le guerre successive al 1945 hanno confermato incontrovertibilmente le teorie del Douhet.<ref name="Shiner"/> La netta superiorità aerea delle forze delle Nazioni Unite non impedì che la [[guerra di Corea]] si trascinasse per oltre tre anni con ingenti costi umani e materiali. Né il bombardamento strategico assicurò la vittoria agli U.S.A. nella [[guerra del Vietnam]].
 
Per contro, in altre campagne come la [[guerra delle Falkland]], combattuta dal Regno Unito e dall'Argentina per il possesso dell'Arcipelago delle Falkland nell'Oceano Atlantico, si è rivelata imprescindibile e decisiva l'azione dell'aviazione tattica.<ref name="Lindqvist ">{{cita libro|cognome=Lindqvist |nome=Sven |coautori=(trad. Giorgetti Cima C.) |titolo=Sei morto! Il secolo delle bombe |anno=2005 |editore=Ponte alle Grazie |città=Milano |isbn=88-7928-761-3 }}</ref> Quindi le visioni apocalittiche di Douhet si sono dimostrate nello stesso tempo corrette e no.<ref name="everything2"/> Corrette nel profetizzare una nuova forma di guerra di cui l'umanità avrebbe volentieri fatto a meno, non corrette nel suggerire che l'uso del bombardamento aereo sarebbe stato il metodo decisivo per vincere qualsiasi guerra del futuro.<ref name="Shiner"/>
 
==Opere==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Bonacina |nome=Giorgio |titolo=Obiettivo: Italia - I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945|data= |anno=1970 |editore=Mursia |città=Milano |isbn=88-425-3517-6}}
* {{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Virgilio Ilari |titolo=Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra 1919-1949 |data= |anno=1985 |editore=USSME |città=Roma }}
* {{cita libro|cognome=Botti |nome=Ferruccio |wkautore=Ferruccio Botti |coautori=Mario Cermelli |titolo=La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939) |data= |anno=1989 |editore=USSMA |città= }}
* {{cita libro|cognome=Collier |nome=Basil |titolo=Storia della guerra aerea |data= |anno=1973 |editore=Mondadori |città=Milano }}
* Raffaele Giacommelli, ''Il terrorismo aereo nella teoria e nella realtà'', Roma, 1945
* {{cita libro|cognome=Hallgarten |nome=George W. F. |coautori=(trad. Sergi P.) |titolo=Storia della corsa agli armamenti |data= |anno=1972 |editore=Editori Riuniti |città=Roma |isbn=88-359-0415-3 }}