Offensiva Ostrogožsk-Rossoš': differenze tra le versioni

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Mentre la situazione strategica tedesca sembrava fortemente compromessa, in realtà, anche [[Stalin]] e i suoi generali erano impegnati in valutazioni e decisioni operative non semplici, per sfruttare l' indebolimento tedesco e ottenere entro la fine dell'inverno una vittoria decisiva nel settore meridionale. In questa fase l'attenzione principale di Stalin era ancora concentrata su Stalingrado<ref>{{Cita|Erickson 2002-2| pp. 24-27|Erickson2002-2 }}</ref>; desideroso di una rapida conclusione della battaglia (con conseguente disponibilità delle notevoli forze del fronte del Don del generale [[Konstantin Rokossovskij]] impiegate contro la sacca, per altre missioni offensive su altre direttrici), egli fece mostra di grande impazienza nei confronti del generale [[Nikolaj Voronov]], incaricato di schiacciare la 6ª Armata. Dopo alcuni burrascosi scontri con Stalin, Voronov diede finalmente inizio all'operazione Anello (''Kolžo'') sul fronte di Stalingrado il 10 gennaio<ref>{{Cita|Erickson 2002-2| pp. 26-27|Erickson2002-2 }}</ref>.
 
Mentre era sempre in ansiosa attesa di una rapida liquidazione della sacca, Stalin si concentrò anche sull'obiettivo, apparentemente raggiungibile, di tagliare fuori e distruggere il [[Gruppo d'armate A]] nel Caucaso: tuttavia, nonostante le continue sollecitazioni del dittatore e l'intervento personale del generale [[Aleksandr Michajlovič Vasilevskij|AlesandrAleksandr Vasilevskij]], le forze sovietiche nel Caucaso (anche per difficoltà oggettive legate alle forze disponibili, al clima e al territorio impervio) fallirono nella loro missione (cosiddetta "operazione Don") e dato che il feldmaresciallo von Manstein, con grande abilità, riuscì a contenere la marcia dei corpi corazzati del generale Malinovskij su Rostov, il raggruppamento tedesco del Caucaso riuscì a sfuggire entro il 7 febbraio per la via di Rostov<ref>{{Cita|Erickson 2002-2| pp. 28-32|Erickson2002-2 }}; {{Cita|Carell 2000| pp. 150-184|Carel2000 }}; {{Cita|Werth 1966| pp. 554-562|Werth1966 }}</ref>.
[[File:Vasilevskij e Golikov.jpg|thumb|left|upright=1.3|Consiglio di guerra al fronte di Voronež: i generali Vasilevskij (al centro) e Golikov (a destra).]]
Mentre si svolgevano queste complicate operazioni, in realtà era già in piena organizzazione, sotto la supervisione diretta dei generali [[Georgij Konstantinovič Žukov|Georgij Žukov]] e Aleksandr Vasilevskij e con il continuo controllo dello stesso Stalin, una nuova potente offensiva (la terza fase - dopo "Urano" e "Piccolo Saturno") dell'offensiva invernale sovietica 1942-43 diretta ad attaccare il settore dell'Alto Don difeso dalle truppe ungheresi (2ª Armata), dai resti dell'ARMIR italiano (il Corpo d'armata alpino) e da unità tedesche frettolosamente raggruppate nel 24º ''Panzerkorps'' per sbarrare la valle della Kalitva, sul fianco destro degli alpini.