Canzone (metrica): differenze tra le versioni

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La ''chansòn'' viene considerata dai provenzali il genere lirico per eccellenza, infatti i [[trovatore|trovatori]] provenzali, che erano abituati a comporre insieme le parole e la musica, consideravano inscindibile l'unità di ''vers'' e ''son'', cioè di parola e di melodia, essendo abituati ad imparare in modo rigoroso sia a comporre in versi sia a comporre in [[musica]].
 
Già a partire dalla [[Scuola siciliana]] e in seguito nel [[Stilnovismo|Dolce Stil Novo]], che si rifà alla tradizione provenzale, nel sistema dei [[generi romanzi]] la canzone è il metro per eccellenza e lo stesso [[Dante Alighieri]], nel ''De vulgari eloquentia'', colloca fra i generi metrici la canzone al primo posto.
 
Le forme di canzone che costituiscono senza dubbio un modello duraturo nella tradizione italiana sono quelle di [[Dante Alighieri|Dante]] e soprattutto di [[Francesco Petrarca|Petrarca]], ma oltre alle canzoni petrarchesche, nell'evoluzione della canzone che va dal [[XIII secolo|Duecento]] al [[XIV secolo|Trecento]], esistono altre due varietà di canzone: la canzone pindarica e la canzone libera o leopardiana.