Impero corasmio: differenze tra le versioni

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Il figlio di ʿAlāʾ al-Dīn, [[Jalal al-Din Mankubirni|Jalāl al-Dīn Mankubirnī]], rinunciò al titolo di scià e si rifugiò nel [[Caucaso]] dove intendeva continuare la resistenza contro i mongoli. Dopo varie razzie e saccheggi lungo l'[[Indo]] e nei territori [[Curdistan|curdi]] fu però sconfitto dai [[Sultanato di Rum|Selgiuchidi di Rum]] e dagli [[Ayyubidi]] loro alleati. Con l'assassinio di Jalāl al-Dīn nel [[1231]] l'Impero corasmio giunge al termine.
 
I seguaci di Jalāl al-Dīn prestarono servizio come mercenari sotto gli [[Ayyubidi]] (nel [[1227]] furono chiamati dall'emiro ayyubide di [[Damasco]], al-Mu῾azzam, contro il fratello, il [[sultano]] [[al-Malik al-Kāmil]], il quale fu per questo costretto a ricercare l'alleanza di [[Federico II di Svevia|Federico II]]) e i [[Mamelucchi]], e si resero protagonisti della presa e del sacco di [[Gerusalemme]] nel [[1244]], dopo essere stati chiamati dal sultano [[al-Salih Ayyub|al-Ṣāliḥ Ayyūb]], con la profanazione delle sepolture dei [[Re di Gerusalemme]] e la distruzione della basilica della ''Hagia Sion'' (tranne la sala del [[Cenacolo]]), episodio che innescò la [[settima crociata]]. Federico II infatti si impegnò a intraprendere la crociata, riconciliandosi brevemente con [[Innocenzo IV]], in cambio del ritiro della [[scomunica]], spedizione che tuttavia fu compiuta da [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/corasmi_(Federiciana)/ CORASMI Federiciana (2005) di Bruna Soravia]</ref>
 
== Elenco dei sovrani corasmi ==