Oltre il giardino: differenze tra le versioni

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|effettispeciali =
|musicista = [[Johnny Mandel]], [[Buffy Sainte-Marie]], [[Eumir Deodato]]
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}}
 
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La polizia e i servizi segreti, sopravvalutandolo, impazziscono nel vano tentativo di rintracciare la pur minima informazione su di lui. Chance non è iscritto all'anagrafe, non ha conti in banca, non ha beni a lui intestati e, non essendo mai uscito prima di allora dalla sua casa, ovviamente non ha nemmeno lasciato tracce della sua esistenza in nessun luogo. La totale assenza di qualsiasi indizio sulla sua identità fa credere ai membri della sicurezza che si tratti di un personaggio altolocato, protetto dalle più alte sfere del potere, che hanno avuto cura di far sparire tutti i documenti che lo riguardano.
 
Alla morte di Ben, eminenza grigia del potere espresso dal presidente, quest'ultimo pronuncia un discorso di commemorazione, mentre chi muove le fila del potere e presenzia il funerale, all'ombra di un [[famedio]] [[piramide|piramidale]] recante un occhio al suo vertice<ref>{{cita libro|titoloautore=Domenico V. Ripa Montesano, |titolo=Vademecum di Loggia, |editore=Edizione Gran Loggia Phoenix|città= Roma Italia |anno=2009 |ISBN =978-88-905059-0-4}}</ref>, già si chiede nelle mani di chi mettere il potere, in vista della scadenza del mandato. L'attenzione dei grandi industriali finisce per indirizzarsi verso Chance, il quale, in un finale surreale, si allontana dalla cerimonia, teneramente distratto dalla natura intorno, e si avvia verso un laghetto, che percorre a piedi come fosse solido, una metafora forse della sua ingenua leggerezza mentale che gli permette di "camminare sulle acque"; nel frattempo si ascoltano ancora in sottofondo parole di Ben citate nel discorso funebre, che si concludono con la frase: "La vita è uno stato mentale".
 
== Produzione ==