Movimento cattolico in Italia: differenze tra le versioni
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Gli anni settanta vedono svilupparsi un movimento cattolico genericamente chiamato dei "[[cattolici del dissenso]]" rispetto alla linea politica ortodossa democristiana, aderente alle indicazioni della chiesa cattolica italiana<ref>Alessandro Santagata''Una rassegna storiografica sul dissenso cattolico in Italia'', Cristianesimo nella storia, 31 (2010), pp. 207-241, 2010</ref>. Nel 1974 il fallito [[Referendum abrogativo del 1974 in Italia|referendum per l'abrogazione del divorzio]], da poco introdotto in Italia, promosso dalla DC, appoggiandosi ai nuovi comitati civici di Gedda e con il deciso appoggio della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]], vedrà la prima frattura tra i cattolici italiani nel dopoguerra. Non tutti i cattolici si dichiareranno favorevoli alla battaglia antidivorzista e alcuni, dopo aver pubblicamente annunciato la mancata apposizione della loro firma alla proposta referendaria, prenderanno pubblicamente posizione a favore del mantenimento della legge: tra questi [[Giuseppe Lazzati]], rettore dell'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di Milano e [[Carlo Carretto]]<ref>[http://www.culturacattolica.it/?id=431&id_n=14937 12 Maggio. Il significato culturale del referendum sul divorzio]</ref>. Tra le organizzazioni cattoliche, le [[ACLI]], la [[FUCI]] e gran parte dell'[[Azione Cattolica]] presero posizione critica nei confronti dell'iniziativa referendaria, facendo quanto meno mancare il loro appoggio ai fautori dell'abrogazione<ref>[http://www.scienzaevitafirenze.it/cms/dalla-legge-sul-divorzio-alle-elezioni-del-sorpasso.html Dalla legge sul “divorzio” alle elezioni del “sorpasso”]</ref>.
A partire dalla metà degli anni '70 il confronto fra movimenti cattolici e altri movimenti attivi nella società
==Note==
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