Homo religiosus: differenze tra le versioni

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Con l'espressione '''homo religiosus''' (uomo religioso) alcuni [[Scienza delle religioni|studiosi]] e [[Fenomenologia della religione|fenomenologi delle religioni]] indicano quell'uomo che:
{{q|assume nel mondo un modo specifico di esistenza, che si esprime nelle numerose forme religiose che la storia ci mostra. Egli si riconosce dal suo stile di vita;|[[Julien Ries]]. ''L'uomo religioso e la sua esperienza del sacroìsacro''. In ''Opera omnia'' vol.III. Milano, Jaca Book, 2007, pag.9.}}
{{q|crede sempre all'esistenza di una realtà assoluta, il ''[[sacro]]'', che trascende questo mondo ma che in esso si manifesta e che quindi lo santifica e lo rende reale|[[Mircea Eliade]]. ''Il sacro e il profano''.}}
 
L'autore che coniò l'espressione ''homo religiosus'' fu [[Gerardus van der Leeuw]] (1890-1950) che lo oppose all<nowiki>'</nowiki>''homo negligens'':
{{q|Possiamo quindi intendere la definizione del giurista [[Masurio Sabino]]: "religiosus est, quod propter sanctitatem aliquam remotum ac sepistum a nobis est". Ecco precisamente in che cosa consiste il [[sacro]]. Usargli sempre debiti riguardi: è questo l'elemento principale della relazione fra l'uomo e lo straordinario. L'etimologia più verosimile fa derivare la parola ''religio'' da ''relegere'', osservare, stare attenti; ''homo religiosus'' è il contrario di ''homo negligens''.| [[Gerardus van der Leeuw]]. ''Phanomenologie der Religion'' (1933). In italiano: Gerardus van der Leeuw. ''Fenomenologia della religione''. Torino, Boringhieri, 2002, pag.30.}}
 
{{portale|antropologia|religione}}
 
[[Categoria:Antropologia religiosa]]
[[Categoria:Storia delle religioni]]
[[Categoria:Studio delle religioni]]