Vita (Benvenuto Cellini): differenze tra le versioni

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La '''''Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze''''', o più semplicemente '''''Vita''''', è l'[[autobiografia]] di [[Benvenuto Cellini]]. Scritta tra il [[1558]] e il novembre [[1562]] (nove anni prima la morte dell'autore), oltre che un prezioso documento sulla vita di uno dei maggiori artisti del XVI secolo e sulla storia dell'epoca, è considerato un capolavoro di narrativa per la sua spontaneità, la vivacità, le invenzioni linguistiche e la ricchezza di episodi e aneddoti.
 
== Storia ==
All'età di 58 anni Cellini, dopo aver lavorato per i papi e i grandi signori del suo tempo, era al soldo di [[Cosimo I de' Medici]], con il quale aveva un rapporto controverso, fatto di grande stima reciproca ma anche di delusioni e lunghi periodi di inattività. Condannato nel luglio [[1557]] per un episodio di sodomia a quattro anni di carcere, la sua pena era stata convertita in un confinamento in casa. Proprio in quel periodo, per riguadagnare importanza agli occhi del Duca di Firenze, iniziò la stesura della ''Vita'', che venne in larga parte dettata, come dice l'autore stesso, mentre Cellini lavorava ad altre opere di scultura o oreficeria. Per aiutarlo aveva appositamente preso un assistente a cui dettare, il quattordicenne e malaticcio figlio di un certo Michele di Goro, originario del [[Valdarno]].
 
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Un'edizione critica molto accurata si ebbe a cura di [[Francesco Tassi]] nel [[1829]].
 
== Contenuto ==
La ''Vita'' è un memoriale, ma la sua stesura venne fin dall'inizio pensata come un'apologia dell'autore, più che un resoconto, e la lettura era pensata per un vasto pubblico. [[Vasari]] stesso, nel redigere la seconda edizione delle ''[[Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]'' ([[1568]]), descrisse la vita e le opere di Cellini solo sommariamente poiché, scrisse, "egli stesso ha scritto la vita e l'opere sue".
 
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Il risultato è un affresco dell'epoca che non ha eguali, in cui convivono splendori e miserie, personaggi raffinati e crudeli, capolavori e delitti. Sebbene il giudizio di Cellini non sia mai scevro da simpatie o rancori personali, nella ''Vita'' scorrono i ritratti di tutti i protagonisti dell'epoca in cui visse, testimoniandoci aspetti caratteriali e privati di papi, cardinali, signori, principi, artisti, cortigiani, genti d'arme e popolani. Tra gli episodi più celebri: l'energica partecipazione alla difesa del papa durante il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma]]; la spericolata evasione dal carcere di [[Castel Sant'Angelo]] e la sua successiva reincarcerazione nelle terribili segrete, dove ebbe visioni e una crisi spirituale; il [[sabba]] tenuto da un [[negromanzia|negromante]] una notte nel [[Colosseo]]; gli scontri con [[Baccio Bandinelli]] alla corte di [[Cosimo I de' Medici]]; la rocambolesca fusione del ''[[Perseo di Cellini|Perseo]]''.
 
==Bibliografia Note ==
<references />
*''Vita'' di Benvenuto Cellini, edizione a cura di Ettore Camesasca, Classici Bur, Milano 2007, prima edizione 1985. ISBN 978-88-17-16532-7
 
== Bibliografia ==
* ''Vita'' di Benvenuto Cellini, edizione a cura di Ettore Camesasca, Classici Bur, Milano 2007, prima edizione 1985. ISBN 978-88-17-16532-7
 
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