Filosofia della natura: differenze tra le versioni

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{{quote|La tendenza necessaria di tutte le scienze naturali è di andare dalla natura al principio intelligente. Questo e non altro vi è in fondo ad ogni tentativo diretto ad introdurre una teoria nei fenomeni naturali. La scienza della natura toccherebbe il massimo della perfezione se giungesse a spiritualizzare perfettamente tutte le leggi naturali in leggi dell’intuizione e del pensiero. I [[fenomeno|fenomeni]] (il materiale) debbono scomparire interamente, e rimanere soltanto le leggi (il formale). Accade perciò che quanto più nel campo della natura stessa balza fuori la legge, tanto più si dissipa il velo che l'avvolge, gli stessi fenomeni si rendono più spirituali ed infine spariscono del tutto. I fenomeni ottici non sono altro che una geometria, le cui linee sono tracciate per mezzo della luce, e questa luce stessa è già di dubbia materialità. Nei fenomeni del magnetismo scompare ogni traccia materiale, e dei fenomeni di gravitazione non rimane altro che la loro legge, la cui estrinsecazione in grande è il meccanismo dei movimenti celesti. Una teoria perfetta della natura sarebbe quella per cui la natura tutta si risolvesse in un'[[intelligenza]].<ref>Cit. in Giuseppe Rensi, ''La trascendenza: studio sul problema morale'', Fratelli Bocca, 1914, pag. 17.</ref>}}
 
Schelling vede la Natura in un'ottica finalista, ritenendo che essa sia il luogo dove si manifesta l'aspetto oscuro e [[inconscio]] dello [[Spirito (filosofia)|Spirito]]. Schelling dirà che la Natura è un'intelligenza addormentata, che mira però a risvegliarsi, evolvendosi dagli organismi inferiori e passando man mano a quelli superiori, fino a diventare pienamente [[autocoscienza|autocosciente]] nell'uomo. Si tratta anche qui di una visione antitetica al meccanicismo perché l'intelligenza è già presupposta fin nei livelli più bassi e apparentemente inorganici della natura: riprendendo la terminologia [[Plotino|neoplatonica]], Schelling chiama ''[[anima del mondo]]'' (''Weltseele'') la forza [[Uno (filosofia)|unitaria]] che ad essi presiede. Scopo della [[scienza]] è proprio quello di riflettere la volontà della natura di rendersi manifesta a se stessa.<ref>Un discepolo di Schelling, [[Johann Jakob Wagner]], basandosi sull'idea che pensare è calcolare concepì che fosse possibile tradurre la [[filosofia della natura]] in termini matematici realizzando così l'esigenza di una scienza della natura perfetta.</ref> Analizzando i fenomeni dell'[[elettricità]] e della [[luce]], nella quale soprattutto sembra risolversi la [[materia (filosofia)|materia]], Schelling ritrova nella natura la [[polarità (filosofia)|polarità]] tipica dell'Assoluto, fenomeno attestato anzitutto dal [[magnetismo]]. Riabilitando anche il concetto di analogia, egli indica così i principi fondamentali che reggono la Natura:
* '''Polarità''': ogni grado della natura è costituito da una coppia antitetica ma complementare;
* '''Coesione''': l'interazione delle forze che mirano a riequilibrarsi;