Basilica maior: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Secondo alcuni studiosi fu costruita per volere dell'[[imperatore romano]] [[Costante I]] (figlio di [[Costantino I]]) nel [[345]] col nome ''Basilica Maior'' o ''Basilica Nova'' e la sua fondazione risalirebbe, quindi, al periodo [[Sant'Ambrogio|preambrosiano]], molto probabilmente intorno al [[350]], ai tempi dei vescovi Eustorgio e Dionigi. Insieme alla più antica [[Basilica vetus]] costruita un trentennio prima rientra nel complesso cattedrale di cui parla S. Ambrogio in una celebre lettera inviata nel [[386]] alla sorella Marcellina.<ref>{{Cita|Fiorio}}</ref>. Tale lettera, assieme all'indagine archeologica sulle fondazioni (realizzata con la costruzione delle due metropolitane) costituisce una delle più importanti testimonianze e fonti di studio relative a questo edificio e alle sue fasi di sviluppo.
 
Altri studiosi la riferiscono al periodo ambrosiano o forse più tardi <ref>{{Cita|Lusuardi|pp.36-37}}</ref>.
 
Alla morte dell'imperatore Costante la basilica si trovò ben presto coinvolta nelle dispute tra gli [[arianesimo|Ariani]], sostenuti dal nuovo imperatore [[Costanzo II]], e i seguaci dell'ortodossia.
Nel [[355]] Costanzo, nel vano tentativo di far accettare le visione cristianaariana dell'arianesimodel cristianesimo da lui tenacemente sostenuta, indisse infatti il [[Concilio di Milano (355)|Concilio di Milano]], convocato presso la ''Basilica Maior''. Vi partecipavano tra gli altri, oltre al vescovo milanese [[Dionisio di Milano|Dionisio]], anche [[Atanasio di Alessandria]], campione dell'ortodossia, ed [[Eusebio di Nicomedia]], campione dell'arianesimo. L'Imperatore, come già avvenuto al precedente [[concilio di Arelate]], inviò all'assemblea una lettera contenente le dichiarazioni ariane che si aspettava fossero controfirmatacontrofirmate dai vescovi, i quali però ancora una volta le rigettarono<ref>R.P.C. Hanson, The Search for the Christian Doctrine of God: The Arian Controversy, 318-381, (in inglese) Continuum International Publishing Group, 2005. ISBN 0-567-03092-X</ref>, spingendo Costanzo ad esiliare, oltre ad Atanasio, anche il milanese Dionisio. L'Imperatore insediò quindi nella ''Basilica Nova'' come vescovo l'ariano [[Aussenzio di Milano|Aussenzio]].<br/>
Per tutto questo periodo la basilica fu al centro dei contrasti tra la maggioranza trinitarista della popolazione e l'élite ariana, divenendo luogo di frequenti scontri, tanto da provocare l'intervento delle guardie di corte, incaricate di ristabilire l'ordine. Nel [[369]] la presa di posizione anti-ariana di [[papa Damaso I]] portò alla [[scomunica]] di Aussenzio, il quale rimase però saldamente ancorato alla cattedra milanese col sostegno dell'Imperatore. Nel [[386]] il vescovo, sostenuto dall'imperatrice [[Giustina (imperatrice)|Giustina]], giunse a sfidare il [[governatore]] della ''[[Regio XI Transpadana]]'' [[Sant'Ambrogio|Ambrogio di Treviri]], sostenitore del trinitarismo, in un pubblico dibattito in cui richiedeva per gli Ariani l'utilizzo della [[Basilica Portiana]]. Ambrogio, rifiutando di cederla, pose sotto assedio la chiesa con una gran moltitudine di milanesi tanto che, temendo tumulti, l'imperatrice Giustina riconsegnò la basilica al culto cattolico.