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Lo spunto originario deriva dalla metodologia Cartesiana. Per tutto ciò di cui si può dare un modello [[Meccanica (fisica)|meccanico]], tale modello è anche sufficiente come spiegazione del fenomeno sotto considerazione. Un modello meccanico opera solo con la fisica meccanica, cioè con corpi estesi in movimento. Ci sono, però, fenomeni quali il [[linguaggio]] ed il [[pensiero]] per cui non è possibile dare un modello meccanico. Perciò, conclude Cartesio, queste facoltà esistono al di fuori del dominio della res extensa e bisogna assumere l'esistenza di un secondo dominio ontologicamente distinto dalla res extensa. Pensiero e linguaggio sono dunque fenomeni pertinenti alla res cogitans e devono essere studiati e spiegati con un modello e una scienza diversa dalla meccanica.
Poiché queste due realtà sono molto eterogenee e fondamentalmente non possono interagire, si crea un problema nella spiegazione della capacità umana di agire secondo libera volontà. Come possono interagire i due domini di res extensa e res cogitans nell'uomo? Cartesio cerca di risolvere la questione del [[dualismo]] ammettendo comunicazione tra i due domini per mezzo della "[[ghiandola pineale]]" (l'odierna epifisi) <ref>R. Descartes, ''Le passioni dell'anima'', Parte prima, articoli 31, 32</ref>
Ora il criterio dell'[[Cartesio|evidenza]], il punto di partenza del [[Cartesio|metodo cartesiano]], ha sconfitto sì il dubbio scettico ma ha fatto nascere la necessità dell'esistenza di due mondi, quello del pensiero (''cogito'') e quello della realtà (''sum''). E ciascuno di questi due mondi deve necessariamente far capo a una [[sostanza (filosofia)|sostanza]]. Ma con Cartesio le sostanze sono due: la ''res cogitans'' (pensiero) e la ''res extensa (la realtà), ma la sostanza è una e non può essere altro che una.
Cartesio pensa di superare questa difficoltà sostenendo che in effetti la sostanza è veramente unica: essa è [[Dio]], creatore sia della realtà che del pensiero. Insomma la "res cogitans" e la "res extensa" hanno un denominatore comune che è Dio, di cui Cartesio si è premurato di dimostrarne razionalmente l'esistenza, incappando però nel "[[diallele|circolo vizioso]]".
==Note==
<references/>
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