Sicilia (provincia romana): differenze tra le versioni

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{{Citazione|[La Sicilia] fu la prima a dimostrare ai nostri antenati quale nobile compito fosse dominare su popoli stranieri [...]|[[Marco Tullio Cicerone]], ''[[Verrine|In Verrem]]'', II, 2,2. Traduzione di Laura Fiocchi e Nino Marinone|[Sicilia] prima docuit maiores nostros quam praeclarum esset exteris gentibus imperare [...]|lingua=la}}
 
La dominazione romana in Sicilia prende le mosse dalla vittoria di [[Aulo Manlio Torquato Attico|Torquato Attico]] e [[Gaio Lutazio Catulo|Catulo]] sulle truppe cartaginesi di [[Annone (generale)|Annone]] nella [[battaglia delle isole Egadi]] (combattuta, secondo la tradizione riportata da [[Flavio Eutropio]] e da [[Giovanni Zonara]], il 10 marzo [[241 a.C.]]), che chiuse, in favore dei Romani, la [[prima guerra punica]]. L'isola fu il primo territorio conquistato dalla [[Repubblica romana]] fuori dalla penisola italica e per questo diede luogo ad una nuova forma di amministrazione, forse ricalcata in parte sul modello che i Cartaginesi usavano per l'isola<ref>Benigno e Giarrizzo, op. cit., vol. I, p. 58.</ref>. Anche se è certamente in Sicilia che risiedono le premesse del nuovo istituto della ''provincia'', non è chiaro se la Sicilia sia stata creata ''provincia'' per prima (in un qualche momento tra il 241 e il [[227 a.C.]]) o se invece fu creata tale nel 227, in contemporanea alla ''[[Sardegna e Corsica|provincia Sardinia et Corsica]]'', quando ai già esistenti ''[[praetor urbanus]]'' (creato nel [[366 a.C.]]) e ''[[praetor peregrinus]]'' (creato nel [[242 a.C.]]) si aggiunsero due ''praetores provinciales'', uno per la ''provincia Sicilia'' e uno per la ''provincia Sardinia et Corsica''.<ref name=ziolkowski>Adam Ziólkowski, ''[http://books.google.it/books?id=qXpq0MB3p2AC Storia di Roma]'', Mondadori, 2006, pp. 140sgg.</ref><ref>Geraci e Marcone, op. cit., p. 50.</ref>
 
L'isola sperimentò poi diverse ristrutturazioni amministrative, a partire dal [[210 a.C.]], quando [[Marco Valerio Levino]] tolse l'autonomia alle ''[[poleis]]'' [[siceliote]] e conquistò anche la parte orientale dell'isola, di modo che la parte centro-occidentale prese il nome di ''vetus provincia'', come testimonia [[Livio]] (XXIV, 44, 4).<ref name=guidetti323/>
 
La ''[[lex Rupilia]]'' del [[131 a.C.]], nata dopo i moti della [[prima guerra servile]], riformò ulteriormente l'amministrazione, senza comunque modificare né l'assetto sociale né l'economia basata sul [[latifondo]].<ref>{{cita|Dreher|p. 92}}.</ref>
 
Durante la dominazione romana in Sicilia, fino al tempo di Cicerone, fiorirono le città delle coste settentrionale e orientale.<ref>{{cita|Dreher|p. 96}}.</ref> Rimase vigorosa l'impronta greca dell'isola e il [[Lingua latina|latino]] iniziò ad affermarsi solo nel [[I secolo a.C.]].<ref>{{cita|Dreher|p. 90}}.</ref>
Con [[Augusto]] (imperatore dal [[27 a.C.]]), la Sicilia fu affidata ad un [[proconsole]], sempre dell'ordine senatorio. Al tempo della [[Tetrarchia dioclezianea|riforma tetrarchica]] (istituita nel [[293|293 d.C.]]) entrò a far parte della ''[[Italia (diocesi)|Dioecesis Italiciana]]''. Con [[Costantino I]] o più probabilmente sotto i [[Costantinidi|suoi eredi]], fu inclusa nella [[prefettura del pretorio d'Italia]]<ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', II, 33.2.</ref> e nella diocesi dell'[[Italia Suburbicaria (diocesi)|Italia Suburbicaria]].
 
Con [[Augusto]] (imperatore dal [[27 a.C.]]), la Sicilia fu affidata ad un [[proconsole]], sempre dell'ordine senatorio, ma rimase una ''provincia publica'': non si ritenne infatti di posizionarvi truppe, come si faceva per le [[Provincia imperiale|province imperiali]]. Analogamente alle altre province amministrate da un proconsole, rispetto ai precedenti due, si ebbe un solo questore.<ref>{{cita|Dreher|p. 98}}.</ref>
L'isola venne poi conquistata nel [[440|440 d.C.]] dal [[Vandali|vandalo]] [[Genserico]].
 
ConL'imperatore [[AugustoDiocleziano]], (imperatoreasceso dalal potere nel [[27284 ad.C.]]), lariordinò Siciliale fu affidata ad un [[proconsole]]province, sempreraddoppiandone dell'ordineil senatorionumero. AlLa tempoSicilia dellarimase [[Tetrarchiaperò dioclezianea|riformauna tetrarchica]]provincia (istituitaa nel [[293|293 d.C.]])sé, entròentrando a far parte della ''[[Italia (diocesi)|Dioecesis Italiciana]]''.<ref>{{cita|Dreher|p. 105}}.</ref> Con [[Costantino I]] o più probabilmente sotto i [[Costantinidi|suoi eredi]], fu inclusa nella [[prefettura del pretorio d'Italia]]<ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', II, 33.2.</ref> e nella diocesi dell'[[Italia Suburbicaria (diocesi)|Italia Suburbicaria]].
Celebre è il detto di [[Catone il Censore]] (234-139 a.C.), secondo cui la Sicilia era "il granaio della repubblica, la nutrice al cui seno il popolo romano si è nutrito"<ref>{{cita|Finley, 2009|p. 143}}</ref><ref>''ille M. Cato Sapiens cellam penariam rei publicae nostrae, nutricem plebis Romanae Siciliam nominabat'', come riporta Cicerone nelle ''[[Verrine]]'', II, 2, 5 (cfr. Giuseppe Carlucci, ''[https://books.google.it/books?id=bQsyPHcy0LQC I Prolegomena di André Schott alla Biblioteca di Fozio]'', Edizioni Dedalo, 2012, p. 171, nota 182).</ref>. Altrettanto celebre è il processo intentato a [[Gaio Verre]], [[Pretore (storia romana)|propretore]] della provincia dal [[73 a.C.]] al [[71 a.C.]], contro cui [[Cicerone]] pronunciò, per l'accusa, le orazioni ''[[In Verrem]]''<ref name=finley141>{{cita|Finley, 2009|p. 141}}</ref>.
 
Fino al [[V secolo]] l'isola godette di un periodo senza guerre e in essa non erano stanziate truppe. A partire dal [[429]] la Sicilia fu soggetta alle incursioni del [[Vandali|vandalo]] [[Genserico]]. L'isola venne poi attaccata in forze nel [[440]], ma conquistata stabilmente solo a partire dal [[468]].<ref>{{cita|Dreher|p. 108}}.</ref>
 
Celebre è il detto di [[Catone il Censore]] (234-139 a.C.), secondo cui la Sicilia era "il granaio della repubblica, la nutrice al cui seno il popolo romano si è nutrito"<ref>{{cita|Finley, 2009|p. 143}}</ref><ref>''ille M. Cato Sapiens cellam penariam rei publicae nostrae, nutricem plebis Romanae Siciliam nominabat'', come riporta Cicerone nelle ''[[Verrine]]'', II, 2, 5 (cfr. Giuseppe Carlucci, ''[https://books.google.it/books?id=bQsyPHcy0LQC I Prolegomena di André Schott alla Biblioteca di Fozio]'', Edizioni Dedalo, 2012, p. 171, nota 182).</ref>. Altrettanto celebre è il processo intentato a [[Gaio Verre]], [[Pretore (storia romana)|propretore]] della provincia dal [[73 a.C.]] al [[71 a.C.]], contro cui [[Cicerone]] pronunciò, per l'accusa, le orazioni ''[[In Verrem]]'', che rappresentano uno delle fonti più importanti per la Sicilia dell'epoca<ref name=finley141>{{cita|Finley, 2009|p. 141}}</ref>.
 
== Storia ==