Alfa Romeo in Formula 1: differenze tra le versioni
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{{Scuderia motoristica
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}}L<nowiki>'</nowiki>'''[[Alfa Romeo]]''' ha partecipato al [[Campionato mondiale di Formula 1]] a più riprese, sia come scuderia costruttrice che come fornitrice di motori, dal {{F1|1950}} al {{F1|1988}}.
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Nel {{F1|1950}} [[Nino Farina]] vinse l'edizione inaugurale del Campionato mondiale di Formula 1 su un'[[Alfa Romeo 158]] [[Sovralimentazione tramite compressore volumetrico|sovralimentata]]. Anche l'[[Campionato mondiale di Formula 1 1951|edizione successiva]] del Campionato fu conquistato dall'Alfa Romeo, con [[Juan Manuel Fangio]] su una [[Alfa Romeo 159 (F1)|159]].
[[File:Alfa-Romeo-159-(1951).jpg|thumb|left|L’[[Alfa Romeo 159 (F1)|Alfa 159]] vittoriosa al campionato mondiale del 1951
Il primo anno l'Alfa Romeo vinse 6 Gran Premi su 7 imponendo un dominio totale della scuderia, che piazzò in classifica ai primi tre posti i suoi piloti di punta: oltre al vincitore Nino Farina si distinsero Juan Manuel Fangio, che vinse molte corse, e [[Luigi Fagioli]]. Furono infastiditi soltanto occasionalmente da [[Alberto Ascari]] su [[Scuderia Ferrari|Ferrari]], che si classificò quinto, e dal francese [[Louis Rosier]] su [[Talbot-Lago]], giunto al quarto posto. Nel secondo Campionato del Mondo l'Alfa Romeo vinse 4 Gran Premi su 8. Juan Manuel Fangio era seguito in classifica dal ferrarista Alberto Ascari e dagli alfisti [[Froilan González]] e Nino Farina.
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Nel [[1952]] l'[[IRI]], l'[[ente pubblico]] che era proprietario dell'Alfa Romeo, decise di ritirare la scuderia dalla Formula 1 a causa della crescente concorrenza delle altre squadre, in particolar modo della [[Scuderia Ferrari|Ferrari]]. Il [[Governo italiano]], infatti, si rifiutò di destinare fondi per la costosa [[progettazione]] del nuovo modello di vettura.
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[[File:Alfa Romeo 177 (2).jpg|thumb|Un'[[Alfa Romeo 177]] del 1977.]]
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Successivamente [[Bernie Ecclestone]], proprietario della [[Brabham]], fece un accordo con l'Alfa Romeo per la fornitura di motori dal {{F1|1976}} al {{F1|1979}}. I propulsori, progettati da [[Carlo Chiti]], erano [[Motore boxer|boxer]] a 12 [[Cilindro (meccanica)|cilindri]] e producevano una [[Potenza (fisica)|potenza]] di 510 [[Cavallo vapore britannico|bhp]] contro i 465 bhp dell'onnipresente [[Cosworth DFV]]. La configurazione del motore era però complessa. Infatti, solo per sostituire le [[Candela di accensione|candele]] il propulsore andava rimosso. Un altro difetto che aveva era il consumo di [[carburante]]; per ovviare a questo erano installati quattro [[Serbatoio|serbatoi]] da 214 [[Litro|L]]<ref>{{Cita|Henry, 1985| pp.159-160}}</ref>. Inoltre, i motori Alfa Romeo erano voluminosi. Infatti, i sempre più arditi progetti di [[Gordon Murray]], come la [[Brabham BT46/B/C|Brabham BT46]] che vinse due gare nel {{F1|1978}}, furono una parziale risposta alla sfida consistente nel produrre un [[Telaio (meccanica)|telaio]] leggero ed [[Aerodinamica|aerodinamico]] che si adattasse agli ingombranti [[Motore ad accensione comandata|motori]] Alfa Romeo<ref>{{Cita|Henry, 1985| p.171}}</ref>. Quando però l'[[Effetto suolo nelle auto|effetto suolo]] diventò importante nella progettazione delle [[monoposto]] del {{F1|1978}}, fu chiaro che i bassi e larghi propulsori interferivano con il flusso d'aria incanalato nei tunnel sotto la vettura. Questi condotti erano necessari a creare l'[[effetto Venturi]], il quale spingeva il veicolo verso il suolo. Per richiesta di Murray, nel {{F1|1979}} l'Alfa Romeo progettò e produsse in soli tre mesi un [[motore V12]] più stretto. Però anche questo propulsore fu caratterizzato da un alto consumo di carburante e dal fatto di essere inaffidabile<ref>{{Cita|Henry, 1985| p.190}}</ref>.
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[[File:Paris - RM Auctions - 5 février 2014 - Alfa Romeo 179B Formula One - 1980 - 003.jpg|thumb|Un'[[Alfa Romeo 179|Alfa Romeo 179B]] sponsorizzata [[Marlboro
Nel [[1977]] iniziò la progettazione della vettura per il ritorno dell'Alfa Romeo in Formula 1 come costruttore. La scelta fu presa su pressione di [[Carlo Chiti]], e lo studio per la nuova [[monoposto]] fu affidato all'[[Autodelta]]. La vettura era la [[Alfa Romeo 177|177]], che debuttò al [[Gran Premio del Belgio 1979|Gran Premio del Belgio del 1979]]. Quindi nel {{F1|1979}} la Casa del “biscione” partecipò al campionato con due ruoli, come fornitrice di motori per la [[Brabham]], e come Scuderia costruttrice. La 177 fu guidata da [[Bruno Giacomelli]], che utilizzò la vettura sia nel Gran Premio del Belgio che in [[Gran Premio di Francia 1979|quello di Francia]]. Il modello successivo, la [[Alfa Romeo 179|179]], che cercava di sfruttare meglio l'[[Effetto suolo nelle auto|effetto suolo]], era spinto da un nuovo propulsore. Esordì al [[Gran Premio d'Italia 1979|Gran Premio di Monza]] lo stesso anno. In questa occasione ci fu l'ultima apparizione della 177, con al volante [[Vittorio Brambilla]]. Nelle successive stagioni l'Alfa Romeo partecipò al campionato correndo con le vetture [[Alfa Romeo 182|182]], [[Alfa Romeo 183T|183T]], [[Alfa Romeo 184T|184T]] e [[Alfa Romeo 185T|185T]].
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La scuderia fu coinvolta in una sciagura. Il suo pilota [[Patrick Depailler]] rimase ucciso durante dei test per il [[Gran Premio di Germania 1980|Gran Premio di Germania del 1980]] al [[Hockenheimring]]. Altri piloti di rilievo che guidarono monoposto Alfa Romeo in questo periodo furono [[Andrea De Cesaris]], [[Mario Andretti]] e [[Riccardo Patrese]].
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L'Alfa Romeo fornì motori
[[File:Ghinzani Osella FA1F 1984 Dallas F1.jpg|thumb|L'[[Osella FA1/F]] motorizzata Alfa Romeo al [[Gran Premio degli Stati Uniti 1984]], dove giunse al quinto posto.]]
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Nel [[1985]] l'Alfa Romeo iniziò il progetto di un [[motore V10]] aspirato, quindi in anticipo rispetto alle regole che di lì a poco avrebbero vietato i motori turbo. Denominato [[Alfa Romeo V1035]], era destinato per [[monoposto]] [[Ligier]] e fu il primo motore V10 di Formula 1 moderno, presto seguito da propulsori analoghi fabbricati dalla [[Honda Racing F1 Team|Honda]] e dalla [[Renault F1|Renault]]. Nella sua prima versione, questo motore da 3,5 [[Litro|L]] produceva 583 [[Cavallo vapore britannico|bhp]] di [[Potenza (fisica)|potenza]], mentre l'ultima del 1986 erogava 620 bhp a 13300 [[giri al minuto]]. La cooperazione con la Scuderia francese non ebbe seguito, ed il propulsore fu disponibile per la serie “ProCar”<ref name="velocetoday.com">{{Cita web|url=http://velocetoday.com/cars/cars_134.php|titolo=Alfa V10 164 Pro Car|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>. Nel [[1988]] L'Alfa Romeo acquistò la [[Brabham]] con l'intento di costruire un [[Telaio (meccanica)|telaio]] per la nuova serie sopraccitata<ref name="mcz.com/f1">{{Cita web|url=http://www.mcz.com/f1/team/brabham.htm|titolo=Brabham history and team record |lingua=en |editore=www.mcz.com|accesso=23 febbraio 2011}}</ref><ref name=retroscene>{{Cita web|url=http://retroscenemag.com/post/Alfa-164-Pro-car2c-its-lonely-at-the-top.aspx|titolo=Alfa 164 Pro-car, it's lonely at the top...|autore=HoTWire|lingua=en|editore=retroscenemag.com|data=6 maggio 2008 |accesso=5 agosto 2012}}</ref>, e l'[[autovettura]] sviluppata fu una [[Alfa Romeo 164|164]] a cui fu installato il V10 di derivazione Formula 1. Questa versione del modello è conosciuta come 164 ProCar (o Brabham BT57<ref name=retroscene/><ref name="oldracingcars.com">{{Cita web|url=http://www.oldracingcars.com/marques/brabham/|titolo=La Brabham su “oldracingcars.com”|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>), e fu destinata a competizioni speciali di supporto per i [[Gran premio di Formula 1|Gran Premi di Formula 1]].
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{| class="wikitable" style="text-align:center; font-size:85%"
! Stagione
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*{{cita libro|autore= Doug Nye|titolo= Autocourse history of the Grand Prix car 1966-85 |editore= Hazleton publishing |anno=1986|ISBN=0-905138-37-6|cid=Nye, 1986}}
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* [[Alfa Romeo (automobilismo)]]
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{{wikilibro|L'Alfa al Mondiale}}
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