Malattia da decompressione: differenze tra le versioni

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== Patogenesi ==
I reali meccanismi di formazione, accrescimento e distribuzione delle microbolle sono ancora allo studio: periodicamente il Divers Alert Network (rete mondiale di medici specializzati in medicina subacqua) compie degli studi in camera iperbarica su subacquei volontari al fine di avere una casistica sempre piu' ampia e poter definire meglio i fenomeni alla base della MDD. Ecco perche' tutti i subacquei devono avere bene in mente che si trovano lo stesso a rischio di MDD (un rischio minimo, ovviamente, ma presente), anche se si sentono in perfetta salute, praticano un 'immersione in curva di sicurezza e rispettano tutte le norme.
 
Sono necessarie due premesse, prima di poter illustrare il concetto
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Si possono quindi avere tessuti altamente perfusi e in cui l'azoto diffonde molto velocemente ("tessuti rapidi", tipo il sangue), o all'estremo opposto tessuti scarsamente perfusi in cui pero' l'azoto diffonde molto bene ("tessuti molto lenti",ad esempio, cartilagini e grasso).
 
Durante un 'immersione, aumentando la profondita' il subacqueo vede aumentare la pressione esterna (circa 1 atm ogni 10 metri di profondita'). In tal modo aumenta anche la pressione parziale di azoto che sta respirando, in virtu' della legge di Dalton. Aumentando la pressione parziale, ovviamente l'azoto diffonde con gran facilita' nei vari tessuti. Il problema sta nel rilascio di azoto durante la risalita dei tessuti lenti. Il sangue si trova sempre in una condizione di sovrasaturazione, dato che deve smaltire l'azoto che i vari tessuti stanno cedendo, ognuno alla sua velocita', ed ovviamente e' piu' probabile che si formino delle bolle che aumentino di dimensione. Tuttavia normalmente cio' non e' un problema, in quanto il sangue venoso viene mandato direttamente ai polmoni, e quindi eventuali bolle di azoto si bloccano all'altezza dei capillari polmonari, dove si possono sciogliere con calma (non danneggiano il polmone, dato che il polmone viene "nutrito" dall'arteria bronchiale, e non dall'arteria polmonare)
 
In presenza di un elevato numero di bolle di cospicua entita' o di difetti circolatori (magari anche misconosciuti dal subacqueo), pero', le bolle sono in grado di bypassare il filtro dei capillari polmonari e tornare al cuore, andandosi poi a fermare nei capillari dei vari organi, provocando ovviamente danni all'organo interessato.