Elena di Gallura: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Eleonora3 (discussione | contributi)
immagine
ZimbuBot (discussione | contributi)
m WPCleaner v1.35 - Disambigua corretto un collegamento - Federico II
Riga 56:
 
=== Giudicessa di Gallura ===
Il giudice Barisone (come già fece [[Costanza d'Altavilla]] per il figlio [[Federico II di Svevia|Federico II]], prima di morire, lasciò Elene e il giudicato sotto la
protezione di [[Innocenzo III]]. Il pontefice, che mirava a far rimanere la [[Gallura]] nell'orbita della Chiesa, scrisse subito una lettera all'arcivescovo di Torres Biagio, incaricandolo di vigilare sulla tranquillità della successione a [[Olbia|Civita]], e ciò significava procurare un adeguato marito, ligio agli interessi ecclesiastici, alla giovane ereditiera. Il Santo Padre, però, non fu l'unico a preoccuparsi del futuro di Elena: il potere sul regno gallurese era ambito anche da [[Guglielmo I Salusio IV|Guglielmo I]] di [[Cagliari]], Comita III di [[giudicato di Torres|Torres]]Torres, Ugo I e Pietro I d'[[giudicato di Arborea|Arborea]], che a più riprese tentarono di occupare il territorio. Il papa, intanto, fece pervenire una seconda missiva ai sudditi per avvertirli di rispettare l'autorità del prelato turritano, suo delegato nella spinosa vicenda. Il 15 settembre [[1203]], [[Innocenzo III]] raccomandò [[Guglielmo I Salusio IV|Guglielmo I]] di [[Cagliari]] di scoraggiare le pretese
alla mano di Elene del parente Guglielmo [[Malaspina]], invitandolo a lasciare la [[Gallura]]. Il giudice cagliaritano rispose di considerare un marito degno della giovane contesa Ittocorre de Gunale, fratello di Comita di Torres. Sia Guglielmo che Comita, tuttavia, furono avvisati di seguire le direttive dell'arcivescovo Biagio. Nel luglio 1204, l'autoritario pontefice scrisse ancora alla sconcertata Elena, raccomandandole di attenersi alla sua volontà e ammonì la giudicessa madre Odolina, l'arcivescovo di Cagliari Riccus e il popolo gallurese di rispettare le decisioni di Biagio. Il vescovo di [[Olbia|Civita]] Filippone andò, pertanto, a [[Roma]] per ricevere le istruzioni papali circa le modalità del matrimonio.<ref>Panedda, p. 43</ref>